Una notizia che Primo Piano Molise ha trattato oltre un mese fa e che, nonostante abbia un lato inquietante, non ha suscitato minimamente dibattito. Il ponte di Campolieto della nuova statale 87 è stato costruito su un terreno ad alto rischio frana. Il riassunto dei fatti è breve: l’intervento infrastrutturale è costato in totale più di 40 milioni di euro. Fu pensato per collegare meglio e con tempi ridotti l’area del Cratere – i 14 paesi più colpiti dal sisma del 2012 – e il capoluogo di regione Campobasso. L’ammodernamento però – dopo essere stato contestato dai cittadini che vivono sul territorio interessato dai lavori e dalle associazioni ambientaliste – ha trovato un ostacolo serio
Il Tar molise ha dato ragione a Matteo Varanese, che ha presentato ricorso e dopo anni di battaglie giudiziarie ha vinto contro Regione, Soggetto Attuatore, ministero dei Lavori pubblici e Anas. Il suo perito di parte, l’architetto Ferdinando De Marco sottolinea come il dato del rischio frana era già noto a tutti. “Anche il Ctu (consulente nominato dal giudice amministrativo) lo ha accertato. Poi però ha pure affermato che il nuovo Pai (un piano di pericolosità delle frane) doveva ancora essere approvato. Una circostanza che non cambia le cose. C’è anche da dire – sottolinea De Marco – che il ponte ha un effetto dirompente dal punto di vista dell’impatto ambientale e determina una situazione di disagio per un manufatto che già esisteva, il ponte della ferrovia”. La pericolosità maggiore, è evidente, è nel fatto che poggia su un’area che potrebbe subire smottamenti. “C’è il rischio che col tempo possa avere dei problemi tecnici”, rimarca De Marco. Altra censura accolta dal tribunale di via San Giovanni, che il perito ha contribuito a verificare, è l’invasione in due punti del tratturo. “In un caso si poteva considerare momentanea, nell’altro no perché il tratturo è stato occupato dalla sede stradale della nuova 87. È chiaro che non c’è atto espropriativo, perché il tratturo – spiega – non si può espropriare”. Premesso che ora è pendente un appello al Consiglio di Stato, la domanda più seria è: se anche i magistrati di secondo grado confermassero che l’opera è stata costruita in base ad atti ‘‘‘‘illegittimi’ – tanto che il Tar ne ha ordinato l’annullamento – che ne sarebbe dell’arteria e del ponte di Campolieto? Su questo l’architetto De Marco si è fatto un’idea: “La sentenza prevede il rimborso delle spese legali, di quelle tecniche ma non c’è nel dispositivo il risarcimento per il signor Matteo Varanese, che ha subito danni pesanti perché non è più in condizione di utilizzare la sua abitazione. Questo perché il verdetto – conclude – indica che è necessario ripristinare lo stato dei luoghi e se venisse confermato vorrebbe dire che il ponte, a mio parere, deve essere demolito”.

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