L’annuncio è arrivato alla fine di una conferenza stampa in cui sono state da più parti invocate “giustizia” e “memoria”. Poi Walter Veltroni ha comunicato che la Commissione Esteri della Camera chiederà al governo una “garanzia formale” affinché gli archivi delle Ambasciate e dei Consolati italiani in Sud America, contenenti documentazioni utili al ritrovamento dei desaparecidos italiani, come pure dei bambini spariti durante la dittatura argentina, siano “messi a disposizione delle autorità” di Buenos Aires ed anche dell’opinione pubblica e che tutto questo avvenga “in tempi brevi”. Quegli stessi Archivi sono oggetto di un accordo tra Italia e Argentina: Buenos Aires ha infatti chiesto a Roma di poter accedere alla preziosa documentazione conservata nelle nostre sedi diplomatiche in Argentina. Attraverso quei documenti sarà forse possibile fare giustizia anche per chi, come padre Josè Tedeschi, l’attende da trent’anni. Non a caso “Giustizia per padre Tedeschi” è il titolo dell’incontro che si è tenuto questa mattina nella sala stampa di Montecitorio. Ad organizzarlo l’on. Franco Narducci, deputato del Pd eletto in Europa, molisano come padre Tedeschi che a soli 16 anni emigrò in Argentina dove fu brutalmente ucciso il 2 febbraio del 1976. Narducci è stato anche promotore di una interpellanza urgente con la quale ha voluto portare la storia di padre Tedeschi all’attenzione del Mae. Il provvedimento, al quale ha risposto il sottosegretario Dassù, è stato fatto proprio dalla Commissione Esteri della Camera, rappresentata oggi da Veltroni e dal capogruppo del PD Francesco Tempestini. Con loro anche il consigliere regionale del Molise, Michele Petraroia, Jorge Ithurburu dell’Associazione 24marzo Onlus e Carlos Cherniak, rappresentante per i diritti umani dell’Ambasciata d’Argentina in Italia. In platea, accanto ai parenti di padre Tedeschi, anche l’ambasciatore argentino a Roma, Torquato Di Tella, pure lui di origini molisane, e tanti testimoni diretti o indiretti di quella “follia della dittatura”, come l’ha definita Veltroni, che ha segnato “una delle stagioni più inumane” della storia.