Le tele del professor Pettinicchi rimosse dalle pareti di Palazzo Magno perché ‘‘raffiguranti scene violente e raccapriccianti dell’Inferno Dantesco’. Scene talmente realistiche da trasmettere angoscia e depressione ad un paio di impiegate che non ci hanno pensato due volte e manifestato per iscritto al responsabile della sicurezza nei luoghi di lavoro, al presidente De Matteis, all’assessore Tramontano e via dicendo, tutto il loro disagio. Quei quadri, a loro dire, rischiavano di compromettere perfino la qualità delle mansioni svolte. E non importa che il disagio lo crei uno come Pettinicchi, tra i maggiori esponenti dell’arte molisana. Se c’è da slavare la produzione negli uffici pubblici allora che vada a farsi benedire anche la pittura del maestro. Questo succede alla Provincia

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