Resta in vigore la delibera con la quale il 20 luglio scorso il Consiglio dei ministri ha determinato i criteri per il riordino delle Province. Lo ha deciso la I sezione del Tar del Lazio, presieduta da Calogero Piscitello, che ha respinto la richiesta di sospensione del provvedimento governativo fatta dalle province di Lecco, Lodi, Treviso e Rovigo. Per il Tar “non sussistono i presupposti – si legge nelle ordinanze – per la concessione della misura cautelare” della sospensione della deliberazione del Consiglio dei ministri, considerato “che non sono ravvisabili e paventati profili di immediata lesività dell’atto impugnato”. Tutto ciò, in quanto quest’ultimo costituisce “il primo segmento di una sequenza procedimentale che è destinata a concludersi con un provvedimento di natura legislativa il quale, fermi naturalmente i limiti costituzionali, è per definizione libero nel contenuto e nel fine”. Lecco, Lodi, Treviso e Rovigo sono quattro delle dodici Province italiane che finora hanno presentato ricorso al Tar del Lazio. Per alcune di queste la discussione dei motivi di ricorso é stata aggiornata a una data successiva da fissarsi; per altre si è ancora in attesa della fissazione dell’udienza.

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