Che sarebbe stato un successo lo si era capito già dal taglio del nastro dello scorso 20 dicembre. Ma in pochi avrebbero scommesso che ‘L’intimità del genio’, la mostra dedicata a Picasso allestita nei locali espositivi della Gil, superasse i 7000 visitatori in 4 mesi. Lunedì l’esposizione delle 200 opere dell’artista spagnolo tra ceramiche e grafiche ha chiuso i battenti e a tracciare il primo bilancio è stato il consigliere regionale delegato alla cultura Nicoioffredi: «7213 visitatori, presto avremo i dati analitici – ha scritto in un post su Facebook – Tanto lavoro, molte iniziative abbinate e soprattutto un gruppo affiatato e professionale». L’esponente di Palazzo D’Aimmo ha voluto anche ringraziare i ragazzi che hanno collaborato al successo della mostra postando una foto con tutto lo staff della Fondazione Molise Cultura. E anche il presidente della Fondazione affida ai social la propria soddisfazione per il successo dell’evento. «Ogni mostra – scrive Antonella Presutti – è una grande, straordinaria avventura (e non solo), è professionalità, emozione, rigore, lavoro, gioia, entusiasmo, conoscenza e tanto altro. Si inizia entrando in punta di piedi, orientandosi, costruendo attimo dopo attimo il percorso, gli allestimenti, gli spazi, la storia della mostra. Quando finisce, la soddisfazione per i risultati si mescola alla malinconia, una specie di groppo in gola, ma anche alla consapevolezza che ogni singolo momento ha messo in circolo nuova linfa vitale, ha inciso sulle abitudini e sulla visione del mondo delle persone. Mutamenti appena percepibili, eppure determinanti, come determinanti sono stati in Picasso, L’intimità del Genio, i bambini con il loro entusiasmo creativo e riflessivo. Grazie alla meravigliosa squadra che ha lavorato con impegno, competenza ed entusiasmo, Grazie, ragazzi di cuore». Una mostra che ha messo in luce la successione ben definita di periodi in cui alcune tecniche incisorie predominanti hanno segnato profondamente la produzione dell’artista spagnolo. «Per Picasso l’attività incisoria non fu per niente accessoria rispetto a quella pittorica, anzi si può dire il contrario. Il Picasso grafico produsse in vita più di 2.500 incisioni (spesso stampate da sé), e per originalità e capacità innovativa nell’uso delle varie tecniche fu con ogni probabilità il più grande incisore del Novecento». Insomma è stata un’occasione unica per penetrare in «quest’universo picassiano, complesso, ricco e appassionato, in cui l’artista riflette sull’amore, la vita e l’arte, con una curiosità e inventiva frenetica che conserva fino alla fine della sua vita».
L’esposizione, curata da Stefano Cecchetto con Piernicola Maria Di Iorio, è stata prodotta dalla Fondazione Molise Cultura con il Patrocinio della Regione Molise e il sostegno di Bper Banca. L’organizzazione è di Arthemisia Group.