Ascoltare le canzoni di Lino Tabasso è come tornare indietro nel tempo, alla Campobasso semplice degli anni Trenta e Quaranta, dove la vita mondana iniziava pian piano a diventare lo stile delle famiglie più benestanti. Ci si divertiva al Circolo sannitico o si andava al Teatro Savoia per assistere agli spettacoli dell’epoca. Ma è anche il ricordo di momenti più intimi, di amori attesi e sospirati, di luoghi della città (come Fontanavecchia) lontani e desiderati da chi è stato costretto ad andare via dal Molise. Canzoni indimenticabili per i campobassani veraci, sia di coloro che hanno vissuto quegli anni in prima persona sia per chi ha appresi dai racconti dei nonni e dei genitori. Atmosfere rivissute durante la bellissima serata organizzata dal Centro studi e ricerche che si è svolta domenica 28 maggio all’ex Gil e dedicata all’indimenticato maestro che arrivò nel capoluogo molisano nel 1924. Nato a Guardia Sanfromondi (Benevento) nel 1896 e morto a Roma nel 1984, Tabasso viene chiamato a Campobasso dal maggiore Luigi Damiani che gli offre il posto di direttore artistico al Cinema Teatro sociale, l’attuale Teatro Savoia. Dal punto di vista culturale, il maestro – pianista, arrangiatore, compositore e direttore d’orchestra – dà un’impronta agli anni Venti e Trenta in un Campobasso che stava vivendo il suo ‘Rinascimento’ culturale. Un musicista poliedrico, che coltiva tutti i generi, molte delle sue composizioni si avvalgono dei versi di Giovanni Eliseo, Nina Guerrizio, Francesco Paolone, le sue musiche saranno corredate dai testi di Luigi Antonio Trofa, Emilio Spensieri e Tonino Armagno. L’orchestra di Tabasso è la più richiesta per gli spettacoli e ai matrimoni delle famiglie importanti della città, a tutte le grandi feste danzanti e ai veglioni organizzati al Circolo sannitico, al Circolo impiegati, al Dopolavoro post telegrafico e a quello ferroviario. A fare da padrona di casa Rosa Socci, la professoressa nonché anima della Polifonica Monforte. Tra gli ospiti Giuseppe, il figlio di Lino Tabasso e giornalista, e Pierluigi, figlio di Tonino Armagno. Dopo l’introduzione della professoressa dell’Unimol Letizia Bindi, l’emigrazione molisana nelle canzoni (Duminiche e Tresangela, U’ Pagliarielle…) è stata al centro dell’intervento di Norberto Lombardi. Nella sua relazione, invece, Giuseppe Tabasso ha approfondito la figura della donna del Ventennio. Infine, Vincenzo Lombardi ha illustrato la musica di quegli anni in Molise. Inoltre, durante la serata è stato presentato il costume di Guardiaregia. Gustosi i due momenti ‘regalati’ da Rosa Socci che ha recitato ‘Muglierema m’ ha scritte’ di Trofa- Tabasso e da Monica Chiarizia che ha recitato, nel finale ‘Cuncierte’. I brani musicali sono stati eseguiti da Pierluigi Armagno, Vito Battista e Franco Iannantuono. Invece, la Piedigrotta Molisana è stata introdotta da Rita Frattolillo. Una serata amarcord e all’insegna della cultura campobassana più verace, di tempi antichi ma resi immortali grazie al maestro Tabasso.