Forse non tutti sanno che un’icona del cinema trash è molisana. Salvatore Baccaro, il cui nome magari è oscuro alla ‘‘‘‘doxa’ ma il cui volto è arcinoto alla stregua del viso di Alvaro Vitali o di Lino Banfi, nacque infatti a Raccomandolfi il 6 maggio del 1944. Emigrato a Roma con il resto della famiglia da adolescente, cercò di sbarcare il lunario vendendo fiori nel quartiere Cinecittà, dove hanno sede i principali studi cinematografici italiani. Baccaro era malato di acromegalia, una patologia che deforma gradualmente i tratti somatici. Ed è stata propria l’acromegalia a rappresentare la sua fortuna artistica. Grazie (o a causa, il confine in questo caso è labile) al suo aspetto non propriamente gradevole, alla fine degli anni ’60 venne notato da un produttore e scritturato inizialmente come comparsa in molteplici film appartenenti al filone delle commedie all’italiana. Dopo una decade di interpretazioni marginali, divenne il caratterista più ricercato della Penisola, recitando in oltre 60 film in ruoli più o meno importanti. Da rimarcare le collaborazioni con Dario Argento e con Dino Risi. Avrebbe dovuto recitare anche per Pier Paolo Pasolini nel Decameron ma morì, nel 1984, a Novara in circostanze misteriose. Sgradevole che sia stato il suo aspetto, ‘‘‘‘trash’ che fosse la sua arte, noi molisani lo ricordiamo ugualmente con sommo orgoglio. NdS

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