Da che parte sta lo Stato? Questa è la domanda ricorrente delle ultime ore posta da “comitati pro sanità pubblica” e giuristi molto “social”, notoriamente pronti a cavalcare le notizie. Ad un anno dalla cessione della quota di maggioranza di Gemelli Molise, ciò che sta accadendo in questi mesi nella sanità molisana è quanto di più assurdo e irragionevole si possa immaginare.
Non è forse possibile che lo Stato stia attenzionando seriamente i problemi della sanità della nostra regione? Tanti, troppi, in queste ore parlano, scrivono, accusano, cercano la ribalta su una tematica in cui non hanno né competenze né conoscenza dei fatti.
Parliamo di fatti.
È un dato di fatto che il costo medio a paziente di radioterapia in Molise è in linea con il costo di altre regioni d’Italia. Questo dato è conosciuto a tutti gli addetti ai lavori sin dal primo rapporto Agenas di Novembre 2022.
È un dato di fatto che confrontare una media regionale composta da più centri di radioterapia con il Molise, dove esiste un solo centro erogatore ad elevata complessità, è un fattore di cui tener conto e ciò non è stato fatto.
È un dato di fatto, sempre questo conosciuto agli addetti ai lavori, che non esiste un nomenclatore tariffario aggiornato a livello nazionale che tenga conto dell’evoluzione tecnologica e scientifica.
Molte regioni, si può affermare le regioni virtuose del Nord, hanno aggiornato in tal senso il loro nomenclatore tariffario introducendo voci aggiuntive o alternative per i trattamenti più complessi. Le presunte irregolarità sulla rendicontazione di Gemelli Molise portate alla ribalta mediatica da qualche mese sono culminate con la recente conferenza stampa durante la quale l’ex sub commissario Giacomo Papa illustrava ai giornalisti una tabella con somme, che secondo la struttura commissariale, negli anni, sarebbero state fatturate indebitamente. Tutta la tesi “accusatoria” è stata costruita senza il minimo contraddittorio e dialogo con i soggetti interessati e basandosi su un parere ministeriale del 2017 su dei casi riguardanti un’altra regione con un nomenclatore diverso. Era chiaro sin dall’inizio che il tema dovesse essere approfondito nel merito, prima di giungere a conclusioni. Gli stessi esponenti di Agenas hanno ribadito correttamente a fine della riunione con Gemelli Molise e la struttura commissariale che, vista la difformità tariffaria nazionale ed il parere menzionato, fosse necessario interpellare il Ministero della Salute per ulteriori approfondimenti. Quel che è successo e sta succedendo alla radioterapia del Gemelli Molise è grave, gravissimo. Nessuno vorrebbe vedere una tale eccellenza chiusa o trasferita in un’altra regione, ma la situazione attuale è molto critica. I crediti verso la Regione Molise maturati, trattenuti e non pagati alla struttura hanno raggiunto livelli semplicemente insostenibili e mettono a serio rischio la continuità dei servizi, anche nell’immediato.
I dati di fatto ed i problemi in Molise sono tanti, forse troppi. Da molisana che ha investito da poco nella “sua” terra, sono convinta che la gran parte dei problemi è autoinflitta! Le contrapposizioni politiche portano ad una sorta di intelligenza selettiva. Nel caso delle strutture sanitarie convenzionate si continua ad affermare che il deficit sanitario è dovuto ad anni di “extra-budget” per i pazienti residenti fuori regione, quando serve solo un po’ di onestà intellettuale per constatare che anno dopo anno la Regione Molise genera un utile multimilionario dalle somme che incassa dalle altre Regioni in fase di compensazione e dalla differenza che ne trattiene, +14 milioni di euro solo nel 2021.
La Regione Molise, negli anni, ha guadagnato centinaia di milioni dalla mobilità attiva generata dalle eccellenze convenzionate, questo è un dato di fatto.
La sanità pubblica molisana, purtroppo, sembra un buco senza fondo con un enorme disavanzo ed inefficienza strutturale certificato, ad esempio, con una perdita di oltre 54 milioni di euro nel 2021. Anche questo è un dato di fatto. È una sanità con strutture ospedaliere carenti sotto tanti punti di vista. Manca tanto personale e chi resiste, spesso lavora in condizioni critiche.
La qualità della sanità la certifica il paziente, e se così tanti cittadini molisani si recano fuori regione per curarsi, non è mettendo un taglio alle strutture convenzionate che si risolve il problema.
Certo, tutti gli operatori della sanità, inclusi i convenzionati, sono chiamati a dare il loro contributo per aiutare la nostra regione ad emergere da questa situazione. Come? Con il dialogo, l’integrazione e trovando soluzioni! Dobbiamo guardare a regioni, e perché no, anche a nazioni più virtuose di noi.
È chiaro che i contratti con le strutture convenzionate vanno firmati, i contenziosi eliminati una volta per tutte e che i tetti di spesa devono essere rispettati. Rispettare la legge è alla base di tutto. Deve essere chiaro a tutti che le imposizioni di legge ed il Dca 2/2023 penalizzano la nostra regione in maniera devastante sotto il profilo assistenziale, sociale e macroeconomico.
Perché non si lavora insieme per trovare una soluzione? Perché in altre regioni d’Italia le soluzioni si trovano, ed in Molise no?
Spero che non sia così, ma se il tutto fosse basato su simpatie ed antipatie personali e politiche, tutto ciò sarebbe semplicemente riluttante!
Lo Stato deve essere dalla parte dei cittadini, giusto?
Tutti sappiamo quante cose non vanno bene, giusto? Parliamo di infrastrutture? Di viabilità? Di come vengono garantiti i Lea? Di sanità pubblica “contro” privata, o semplicemente di sanità?
Credo che il Governo stia mostrando finalmente interesse alla criticità del Molise. Ma forse, non a tutti la cosa è gradita. La soluzione è sempre e comunque nelle mani di noi cittadini.
È questione di leadership. Non dimentichiamolo.
Stefania Di Salvo
Managing Director Responsible Capital (Gemelli Molise)

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