Nelle ultime ore la redazione ha ricevuto un caloroso riscontro per l’articolo che esaltava le qualità umane e professionali del dottor Salvatore Campo, medico del Pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Campobasso. L’articolo è nato da una lettera di ringraziamento inviata dalla figlia di una paziente, che ha voluto esprimere la sua profonda gratitudine per le cure e l’attenzione ricevute.
L’intento era esclusivamente quello di condividere una buona notizia in un contesto spesso segnato da difficoltà e sofferenze. Ma probabilmente l’impressione è stata quella di esaltare un singolo medico a discapito degli altri.
Colgo quindi l’occasione per ribadire che siamo profondamente consapevoli e apprezziamo il lavoro straordinario di tutti i medici e del personale sanitario che in Molise – è noto – operano in condizioni difficilissime. La cronica carenza di personale comporta che i pochi professionisti in servizio debbano affrontare turni estremamente lunghi e faticosi, spesso fino a 24 ore consecutive.
Il Pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Campobasso è un reparto di “frontiera” quotidianamente sottoposto a enormi sfide. Certo di interpretare i sentimenti della redazione e dei lettori, voglio rendere omaggio al dottor Liberatore Natale, che per esperienza e anzianità di servizio rappresenta l’icona dell’emergenza-urgenza di contrada Tappino; ai medici Alessandro Salzman, Pietro Vuotto, Paola Di Rocco, e a tutti gli altri, senza eccezione alcuna. Un sentito grazie va anche allo straordinario personale infermieristico e agli OSS, il cui prezioso lavoro è essenziale per il funzionamento della struttura.
Estendo il ringraziamento a tutti i medici e sanitari degli ospedali molisani. Penso a Vincenzo Cuzzone, Paola Iuorio, Benedetto Potena, Claudio Luciani, Stefania Gioia, Nicola Iorio, Rosaria Cristofaro, Amelia Paglia, Daniela Simeone, Luca Iorio, Daniela Barone, Fabio D’Amico, Giulio Salvetella, Matilde Caruso, Giuseppe Pranzitelli, Luca Venturino, Nicola Porchetta, Luca Scarano, Riccardo D’Uva, Silvia Piano, Aurelio De Filippis, Patrizia Farina. Ai bravissimi primari, alle (ai) caposala. E tutti gli altri, nessuno escluso. Ma davvero nessuno. Il loro superlativo impegno e il costante sacrificio garantiscono – nonostante le diffuse e notevoli difficoltà – il funzionamento di una “macchina”, che altrimenti non percorrerebbe un solo centimetro.
Agli utenti chiedo invece di avere pazienza e comprensione, in particolare quando si recano al Pronto soccorso. È importante ricordare che spesso solo due medici (quando la sorte è favorevole) devono prendersi cura di 40-50 pazienti, di cui almeno 15-20 sono codici rossi o arancioni. I dottori, così come il personale infermieristico, fanno il possibile per rispondere alle esigenze di salute e affrontare i tempi di attesa, ma ancora non sono attrezzati per i miracoli.
Lavorare in condizioni disastrose comporta affaticamento, stress e alterazioni psicofisiche estreme. Eppure medici e infermieri continuano a offrire un servizio straordinario che sarebbe un errore considerare scontato. La mia e nostra gratitudine va a tutti loro, nella consapevolezza che potrebbero scegliere altre mete con migliori condizioni ambientali e retribuzioni più alte, ma scelgono di rimanere al servizio della comunità molisana.
Grazie di cuore a tutti i nostri operatori sanitari per la dedizione, l’umanità e il sacrificio.
Salvare vite umane, curare la salute altrui, è una missione. Fare il medico in Molise è come andare ogni giorno al fronte e “inventare” la qualunque per rientrare indenni.
Luca Colella

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