Non è solo una piazzola di atterraggio. Non è solo un elicottero che tocca terra e poi si alza in volo. È il segno concreto – tangibile, udibile, visibile – che la sanità molisana può cambiare. E che, finalmente, sta cambiando.
L’elisuperficie dell’ospedale Cardarelli di Campobasso, attesa da sempre, realizzata anni fa e mai entrata in funzione per colpa di pastoie burocratiche infinite, è finalmente operativa. Un’inaugurazione che arriva a valle di un percorso lungo e accidentato, intrapreso oltre un anno fa dalla nuova direzione strategica dell’Asrem, guidata da Gianni Di Santo, insediata dal governo regionale presieduto da Francesco Roberti.
Quello che è accaduto ieri non è solo la messa in esercizio di una struttura. È la prova che quando la buona amministrazione incontra il coraggio della responsabilità, i risultati arrivano. La direzione dell’Asrem, in sinergia con la struttura commissariale, la Presidenza della Regione, la Direzione Salute, e grazie al contributo fondamentale della Prefettura, dei Vigili del fuoco e dell’Enac, ha scritto una pagina nuova.
Una pagina che parla di concretezza e non di promesse, di impegno e non di proclami.
È un cambio di passo, netto, rispetto al passato. Un passato fatto di immobilismo, di scaricabarile, di progetti fermi al palo per anni, mentre i pazienti attendevano – e spesso, purtroppo, si rassegnavano. Oggi, grazie a un management che lavora con visione e determinazione, si cominciano a raccogliere i primi frutti. Non miracoli, ma fatti. Non parole, ma azioni.
Durante il suo intervento, Di Santo ha voluto sottolinearlo: nessuno ce l’avrebbe fatta da solo. L’elisuperficie è il frutto di un lavoro corale, una sinfonia istituzionale in cui ogni attore ha fatto la propria parte, senza fughe soliste. È questo il modello da seguire. È questa la sanità che può rinascere.
Certo, non sarà l’elisuperficie a risolvere da sola tutti i problemi che da tempo indefinito il Molise si porta dietro. Ma potrà salvare vite, e già questo dovrebbe bastare a capire il valore dell’opera. Soprattutto, è il simbolo di un sistema che, seppur lentamente, prova a rimettersi in moto. Vedere quell’elicottero sollevarsi è stato come vedere sollevarsi una speranza. Una piccola vittoria, in un campo in cui troppo spesso si è perso.
Ora serve continuare su questa strada. Serve pazienza, fiducia, corresponsabilità. Anche da parte dei cittadini, che devono sentirsi parte di un percorso, non semplici spettatori. Perché la sanità è un bene comune. E se oggi possiamo dire che qualcosa si è mosso, è perché in tanti hanno deciso di remare nella stessa direzione.
Forza e coraggio, Molise.
Il traguardo non è dietro l’angolo. Ma essere sulla strada giusta significa che il traguardo esiste. E che, insieme, possiamo raggiungerlo.
Luca Colella

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