Nonostante tutto siamo fortunati. Sì, noi molisani siamo molto fortunati.
L’altra sera, è accaduto per caso, guardavo Piazza Pulita su La7. Nella trasmissione uno spaccato su Taranto. L’Ilva. Migliaia di posti di lavoro a rischio. Una vertenza che si trascina da mesi e che vede direttamente coinvolto il governo alle prese con una multinazionale che, tra tira e molla, probabilmente vuole solo ulteriormente rimpinguare il suo portafoglio.
Corrado Formigli ha aperto uno spaccato sulla oncologia pediatrica dell’ospedale di Taranto. Le telecamere sono entrate nel reparto da ieri intitolato a Nadia Toffa. Un reparto in cui lavorano appena quattro medici. Il primario, una dottoressa e due specializzandi.
Ne servirebbe un quinto, uno specializzando per il primario Valerio Cecinati andrebbe più che bene. È necessario però reperire i fondi: 40mila euro per 5 anni, servono 200mila euro. Piazza Pulita ha lanciato una raccolta solidale. Gli italiani, che hanno il cuore molto più grande di chi governa certi processi, risponderanno con immensa generosità. E a Cecinati, che ha deciso di tornare nella sua Puglia «per cambiare le cose», arriverà il terzo specializzando «per offrire ad ogni bambino malato la possibilità di curarsi a casa».
Il cancro a Taranto sta facendo più danni delle più sanguinose battaglie combattute in guerra.
Le statistiche elaborate dall’Istituto superiore di sanità sono raccapriccianti, sconcertanti.
La percentuale di bimbi che si ammala è impressionate. La 7 ne ha raccontato il dolore, quello dei genitori, delle famiglie.
La diagnosi. E la vita cambia, per sempre. La terra sotto i piedi che viene a mancare; le notti insonni; i pianti, la disperazione, le preghiere. Le cure e la speranza con la consapevolezza che quella che si sta provando a vincere è la sfida della vita.
I primi risultati rassicuranti, una luce fioca in fondo al tunnel. Poi la recidiva, metastasi diffuse. La disperazione infinita, insopportabile. La fine. Sì, perché sopravvivere alla scomparsa di un figlio che sale in cielo in tenera età equivale alla fine. È inumano, intollerabile, crudele. Atroce.
E a Taranto accade. Una, due, tre, dieci. Tante volte in un anno.
Guardare e ascoltare quei bimbi malati, cogliere nei loro occhi una smisurata forza che sa di sovrannaturale, percepire nello squadro di mamma e papà la flebile speranza che fa a pugni con la paura e la necessità di dividere ogni singolo secondo in attimi infiniti da vivere con intensità come fosse l’ultimo è terribile, devastante. Lo stomaco si chiude, un nodo sale nella gola, la gambe tremano, gli occhi si bagnano. Poi prevale la rabbia. Le domande senza risposta.
Perché lo Stato consente ciò? Perché è necessaria una raccolta fondi per sostenere le spese di uno specializzando? Chi ha deciso che quei bimbi non hanno diritto a vivere? Chi ha deciso di condannare a morte, perché di questo si tratta, i loro genitori?
Chi ha stabilito il prezzo che chi vive in quell’area deve pagare per consentire ai lavoratori Ilva di portare a casa un pezzo di pane?
Tutto ciò è profondamente ingiusto e non è possibile che continui ad accadere nell’indifferenza della classe dirigente. Sì, indifferenza. Perché a Taranto sotto l’aspetto sanitario nulla è cambiato negli anni e nulla cambierà.
L’acciaio produce ricchezza per le multinazionali, morte per gli esseri umani. Morte barattata con un tozzo di pane.
Seppur tra mille difficoltà, vivere in Molise è una fortuna.
Però, come si suol dire, le chiacchiere stanno a zero. Proprio perché più fortunati, abbiamo il dovere di contribuire senza esitare nemmeno un istante affinché tutti i bimbi di Taranto che hanno bisogno possano ricevere le cure senza affrontare viaggi della speranza.
Per aiutare Piazza Pulita e la onlus Soleterre a portare a Taranto un medico in più che curerà i bambini dell’oncologia pediatrica si può inviare un sms al costo di 2 euro al numero 45520 oppure effettuare una donazione tramite bonifico all’Iban IT88Q0503401699000000013880.
Restituiamo a quei bimbi un po’ della fortuna che ci è stata concessa. Glielo dobbiamo.
Luca Colella