Caro presidente,
consideri la firma in calce a questa breve nota quella di un cittadino che ha vissuto sin dalla sua nascita e per i successivi 30 anni a Venafro. Lì vivono i miei familiari, lì conservo le amicizie più care.
Le sta scrivendo Luca Colella e non il direttore di Primo Piano Molise.
Qualche giorno fa, era la notte in cui i nostri 18 nonni sono arrivati al Santissimo Rosario da Larino – quindi da Cercemaggiore – e da Agnone, ho scritto sulla mia bacheca Facebook, che fatta salva la legittima concitazione del momento, i miei concittadini di Venafro avrebbero consegnato alla storia una delle pagine più belle del Molise, aiutando in ogni maniera possibile gli anziani appena ricoverati e gli operatori che in ospedale prestano servizio.
Lo ammetto: ho giocato facile, sapendo di vincere senza rischiare nulla.
Conosco fin troppo bene e so quanto è grande il cuore dei venafrani. So quali sono i sentimenti che albergano nella loro anima e come riescono a trarre il meglio anche dalle situazioni più difficili e complesse.
Abbiamo tutti letto qualche polemica dettata dalla paura e, va detto, volutamente alimentata da chi sta vigliaccamente strumentalizzando l’emergenza.
Le scrivo perché chi la conosce meglio e soprattutto da tanto prima di me, mi dice che il suo cuore non è inferiore per grandezza e generosità a quello dei miei concittadini.
Ebbene! Sapendo dunque di parlare a una persona dal cuore grande, vorrei rivivere con lei il film di questi giorni: mentre altrove quando sono arrivati i primi cinque anziani spostati dalla casa di riposo di Cercemaggiore alzavano le barricate, mentre qualche sindaco è andato in Procura, mentre qualche consigliere regionale urlava in rete che mai e poi mai dovevano essere trasferiti gli ospiti della Tavola Osca al Caracciolo di Agnone, i venafrani – giovane primo cittadino in testa – le tendevano la mano e in queste ore si sono messi anche in competizione. Competizione, ha letto bene. Sana competizione: stanno correndo tutti verso l’ospedale. E all’ingresso “bussano con i piedi”, perché nelle mani hanno doni di ogni genere.
Mi stanno arrivando notizie fantastiche, presidente: prodotti alimentari in quantità industriale, vestiario, biancheria intima, addirittura un tablet con relativa scheda telefonica per consentire videochiamate. Colombe e uova pasquali. Mi dicono che gli stessi operatori sanitari, le signore della ditta che si occupa delle pulizie, si sono autotassati per non far mancare nulla.
Tant’è che per il momento stanno chiedendo di sospendere le donazioni perché non c’è più spazio.
Non le nascondo, presidente, la mia sincera commozione. Sapevo di vincere facile, ma non pensavo che il popolo venafrano arrivasse a tanto, davvero.
La saluto con deferenza presidente.
Quando tutto questo sarà finito e lei dovrà ridisegnare la sanità molisana, si ricordi di chi le ha teso una mano e di chi ha invocato forconi e manette. Lo tenga ben presente. Venafro le sta dimostrando di meritare molto, ma molto di più.
Al suo buon cuore, presidente.
Con affetto e stima,
Luca Colella