Dio non mi è davanti come l’Impossibile, ma è il Possibile che soccorre il mio Impossibile. È questo che dobbiamo credere vivendo la Pasqua. È il mio augurio, per tutti voi, certi che questa festa così solenne aprirà per il futuro nuove finestre di speranza, dando nello stesso tempo significato alle lacrime attuali. Di tutti noi che ora siamo “costretti” a stare in casa, scoprendo però che solo così è utile e saggio fare, per il rischio contagio.
La Pasqua di quest’anno, nel suo Vangelo, è ben rappresentata nella corsa che Maria di Magdala, fa verso il sepolcro di Gesù, nel buio del mattino. L’amore che la chiama ad andare incontro anche alla notte più oscura. Quel sepolcro raccoglie tutte le fibre del nostro soffrire attuale, con tempi di chiusure che si allungano sempre più, per scadenze ulteriormente prorogate. Siamo ancora nel buio di quel sepolcro, con un fragile barlume di speranza.
Ma è nel buio e da sola che Maria esce di casa. E corre verso il luogo, dove Gesù era stato deposto. Proprio quel correre come ci auguriamo di fare anche noi, tra breve. Affronta il buio, non lo teme. Anzi lo attraversa nel suo mistero. Quanto buio anche noi sentiamo in questo momento di smarrimento. Però come lei, cerchiamo speranza, oltre la tenaglia della paura che la vuole ferma in casa, a piangere l’assenza del Maestro Gesù. La Maddalena, invece, fa fronte a questa oscurità, percorre la strada. Non si abbatte. Corre! E scopre, nella gioia inattesa del mattino, che quella pietra, la grande pietra del sigillo di morte, è già stata ribaltata via, assieme alla tristezza. La rassegnazione passiva è vinta. Non piange più di dolore, ma di stupore.
Ed allora, si rimette a correre, per svegliare dalla loro rassegnazione anche Pietro e Giovanni, chiusi in casa, per paura. Forse si stanno chiedendo le stesse cose che ci stiamo domandando anche noi: «Come può Dio abbandonarci a questo male? Che senso ha tutto questo? Quale insegnamento ci vuole lasciare?». Dio, infatti, è amore. Non può generare il male. Non può permetterlo! Sulla Croce Gesù ha vinto la crudeltà con il perdono. Dio non sa fare il male, perché in Lui non v’è ombra alcuna di male. Il nostro Dio è incapace anche solo di pensare il male! Lui è Padre. Non si stanca di essere nostro Padre. Piuttosto, aiuta gli uomini a trarre dal male anche il bene possibile, dal morire una vita più forte, poiché quel che ha operato in Gesù è la conferma che Lui resta con noi, non ci lascia soli negli abissi. Anzi, ribalta le sorti. Rovescia i troni. Innalza chi ha cuore buono, umile e gioioso.
Gli apostoli, svegliati, ora corrono tutti e due insieme. E questo è proprio il grande momento di correre e di correre insieme! Come speriamo che possa fare l’Europa. E come preghiamo sappiano fare tutti i nostri governanti, certi che il nemico da battere non è il presidente Conte, ma un virus, insidioso e pericolosissimo che, per quanto piccolo, è riuscito a creare enormi danni.
Questa corsa insieme è il modello di questa Pasqua. Stiamo uniti nelle nostre famiglie, uniti e saldi, superando sospetti e screzi antichi e nuovi. Perché le corruzioni nascono sempre da una libertà usata male, come una sciocca rivendicazione di onnipotenza, che si fa mancato rispetto del fratello e del Creato, nella voglia smodata di dominio e di potere, nel disastro dei cambiamenti climatici e con le ecomafie che hanno avvelenato i nostri mari, generando guerre e stragi assurde.
Maria, poi, incontrerà il Cristo Risorto dentro un giardino, con quel suo particolare affetto che il giardiniere evidenzia nel nome: Maria! È il tono della voce che rivela l’Amato. Così che quel giardino, oggi, per noi, nel giorno di Pasqua, si fa l’immagine del germoglio nuovo. Della primavera in fiore. Un giardino da guardare, proprio mentre già programmiamo la “fase due” della pandemia. Per questo sguardo di empatia, a noi, sembra assurdo che siano state comminate multe a gente anziana che va silenziosamente a coltivare il suo orto, in questi giorni di luna piena, classico tempo per la seminagione! Potrebbero essere dispensati, nella fase due?! La terra, infatti, ha bisogno di essere coltivata per nutrirci.
Il giardino è la Pasqua! Perché ogni cosa rifiorisca, dopo tanto soffrire. Per correre, insieme. Il grande sogno di ogni cuore! Correre, su strade di fraternità, di pace e di saggezza, per nuove relazioni autentiche, libere da otto frutti velenosi: la droga, il gioco d’azzardo, il vuoto culturale, le divisioni politiche, le frammentazioni ecclesiastiche, il finto perbenismo, la ricerca delle apparenze, la diffusa permalosità personale e sociale. Questi sono i rami che vanno tagliati già da ora. Con coraggio e speranza. Perché abbiamo bisogno di vita nuova.
L’augurio pasquale lo declino perciò in queste tre scelte sociali precise: accogliere, accompagnare e aprire. Accogliere con empatia tutti, specie i più fragili. Accompagnare i poveri, per farli rialzare, nella gioia di tutti. Aprire nuovi orizzonti, i negozi con saggezza, tutte le attività che danno vitalità al futuro. Tutti abbiano lavoro! Nessuno sia scartato, né dimenticato. Per tutti sia Pasqua.
Chiudo con l’augurio, già espresso davanti al carcere: «La pasqua è il domani da costruire, tutti uniti, come veri fratelli, testimoniando il Risorto, il Signore della vita che è il nostro Alleato!». Allora, veramente, il Possibile soccorrerà il nostro impossibile, poiché nulla è Impossibile a Dio, nemmeno trarre dal sepolcro il suo Figlio Gesù! Di questo noi dobbiamo essere testimoni.
Buona Pasqua a tutti!
+ p. GianCarlo Bregantini