È notizia di questi giorni che il pub “Pulp” non riaprirà. Per molti, tanti frequentatori è un colpo al cuore. Personalmente da tempo non frequentavo assiduamente il locale, da anni esco poco la sera e quando lo faccio deve esserci un appuntamento, una iniziativa che mi porti ad uscire di casa. Ma “Pulp” fa parte di un pezzo della mia vita. Tante gioie, dolori, incontri, risate e scazzi si sono intrecciati in quel luogo.
Innanzitutto Piero. La nostra amicizia, il nostro essere compagni e fratelli nasceva all’inizio degli anni 80, negli anni da tutti classificati come gli anni dell’individualismo e dell’edonismo. In tutti questi anni ci ha unito il fatto che entrambi non abbiamo mai sopportato la retorica, i sentimentalismi artefatti, i falsi moralismi. Un viaggio faticoso, difficile ma anche bello e intenso dentro le contraddizioni di tutto il fine ‘900, in cui sono maturate tutte le nostre passioni; i centri sociali e la costruzione di nuove forme culturali, la politica di massa e l’aspirazione verso un nuovo possibile modello di società.
Avevamo un metodo di urto frontale per rivendicare la nostra sete e bisogno di giustizia sociale.
Come quel 16 marzo del 1991 quando occupammo in contrada Tappino lo stabile dove nacque il “Centro Sociale Autogestito e Occupato La Svolta”.
Da quell’esperienza, che durò solo due settimane, si formò un vero gruppo politico fatto sia da compagni che provenivano da esperienze passate sia da giovani leve.
Sono stati anni intensi, dove si era costruito una comunità fatta innanzitutto di solidarietà umana. Ed è in questo contesto che si formarono anche i “Kate Posse”, il gruppo musicale dove Piero era la voce e il curatore dei testi.
Nacquero i campeggi antagonisti di “Suoni e Colori” a Montefalcone, Campomarino e Tufara, l’esperienza di (auto)gestione di Italia Radio, l’apertura dell’Hacienda nella vecchia fornace.
L’Hacienda è nata proprio da queste esperienze e divenne a Campobasso il luogo di aggregazione sociale dove sono passati le migliori avanguardie culturali e musicali presenti nel panorama nazionale ed europeo in quegli anni. Ma l’Hacienda ha attraversato anche tutte le contraddizioni di quegli anni, che la portarono a chiudere i battenti.
Pulp apre nel 2001, dopo i fatti di Genova (io c’ero) e l’11 settembre (dove era Piero in viaggio di nozze). Due avvenimenti che hanno cambiato profondamente il mondo. E Pulp diventava non solo un locale, ma anche il luogo per ricercare nuove strade “camminando domandando”. E la passione per il calcio, l’essere tifosi dell’Internazionale per noi significava anche intrecciare solidarietà, rapporti e interlocuzioni con i popoli in lotta. Da qui nasce l’incontro con l’allora team manager dell’Inter Bruno Bartolozzi e l’idea di un progetto di solidarietà con gli Zapatisti che vedeva coinvolta direttamente la società e tifosi solidali. Bartolozzi ripercorrerà questa esperienza, parlando anche di “Pulp”, nel libro “La Mas digna – L’Inter il subcomandante Marcos e i misteri del 5 maggio”.
Abbiamo camminato a fianco, spesso in salita e controvento.
Ora “Pulp” chiude”, ma per me non diventerà mai una foto ingiallita dal tempo, sarà nei ricordi un passato “ribelle e sognatore”, però non fermiamoci al rimpianto e alla retromania, andiamo avanti, ognuno come può e come sa fare… ma andiamo avanti.
Ci hanno tolto quasi tutto, ma non potranno toglierci i sogni, quelli teniamoli accesi, facciamolo anche per “l’idea del Pulp”.
Forse quell’idea ha perso. Ma vi giuro, avevamo maledettamente ragione.
Italo Di Sabato

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.