Quando più di 15 anni fa la nostra famiglia decise di scendere in campo nell’editoria, lo fece nella convinzione che Primo Piano Molise, Teleregione e Radio Hollywood dovevano essere in primo luogo un punto di riferimento per i cittadini molisani, tutti. In un settore che non produce utili, lo scopo poteva essere solo quello di fornire un servizio al Molise, la nostra regione. Regione che nostro padre ci ha insegnato ad amare e rispettare, perché in questa terra è cominciato tutto.
I giornalisti delle nostre testate sono abituati a raccontare i fatti così come accadono. Le opinioni le esprimono i direttori negli articoli di fondo o nei servizi televisivi di approfondimento. Non necessariamente, è chiaro, quelle opinioni rappresentano la nostra linea editoriale. Tutt’altro.
Ma la democrazia non si afferma se non attraverso la libertà di pensiero e di espressione. Per questo diamo facoltà non solo ai giornalisti ma anche ad autorevoli e sempre graditi ospiti di esprimere liberamente le proprie idee, pure se sono distanti dalle nostre. Anzi, più sono distanti e più siamo certe di interpretare fino in fondo il pensiero di nostro padre, a cui si deve la nascita dell’emittente, del quotidiano e della radio.
Una cosa, però, l’abbiamo sempre pretesa. Ovvero, che in calce ad ogni articolo o servizio che esprima opinioni ci sia una firma. E a quella firma vanno ricondotte le opinioni espresse.
Veniamo al punto: da imprenditrici del turismo siamo perfettamente d’accordo con quanto sostenuto da Selvaggia Lucarelli nell’articolo di domenica 23 agosto dal titolo “Viaggio al termine del Molise: esiste e sembra un po’ Narnia”.
La giornalista de Il Fatto Quotidiano ha coinvolto Primo Piano Molise in una polemica social per un fondo firmato dell’amico giornalista Pasquale Damiani.
Pasquale, a noi vicino sin dall’inizio di questa straordinaria avventura editoriale, è e sarà sempre un valido punto di riferimento per la nostra famiglia e per tutti i giornalisti del nostro gruppo editoriale. Tuttavia, quanto sostenuto da lui nei confronti di Selvaggia Lucarelli non coincide con le nostre idee e il nostro pensiero. E in una fase così delicata per l’economia nazionale, europea a mondiale, avvertiamo la necessità, ma anche il dovere, di prenderne le distanze.
La giornalista – lo affermiamo dopo anni di esperienza nel settore – ha colto appieno il disagio che viviamo quotidianamente nella gestione delle nostre attività turistiche. Da sempre ci preoccupiamo di stampare brochure e depliant informativi che nessun ufficio pubblico mette a disposizione.
Siamo perennemente in difficoltà nel reperire informazioni circa gli orari dei siti archeologici e turistici, i giorni di apertura e chiusura. Non siamo in grado di poter fornire un servizio guida, non siamo in grado di poter fornire notizie di approfondimento, sia storiche, sia culturali, sia di carattere generale.
La nostra struttura richiama e accoglie ogni anno migliaia di turisti. Più del 90% arriva da oltre i confini della regione. E non è un caso. Al marketing lavorano giovani e talentuosi professionisti che promuovono attraverso i nostri canali social (e non solo) tutto quanto c’è da promuovere per attrarre flussi e dare vita ad un circolo virtuoso di cui il Molise intero trae vantaggio.
Abbiamo realizzato, in collaborazione con società (molisane) un orto i cui prodotti finiscono sulle tavole del resort e nelle case degli ospiti; ai turisti che soggiornano dai noi offriamo, in partnership con i produttori locali, tartufo e derivati o le squisite prelibatezze casearie dell’alto Molise; organizziamo visite guidate presso i maggiori siti storici e turistici della regione; presso i musei; accompagniamo gli ospiti che vogliono svagarsi a fare equitazione, trekking, o, perché no, shopping. Consigliamo le nostre straordinarie montagne o il favoloso mare della costa, i laghi, le riserve naturali.
Ma quante difficoltà incontriamo. Ogni giorno, anche nelle cose più semplici e banali.
Possa piacere o meno quanto scrive e come lo scrive. Ma il Molise ha bisogno di 100 Selvaggia Lucarelli per colmare le lacune, le inadempienze, gli spazi vuoti lasciati da chi è istituzionalmente preposto a promuovere il nostro straordinario territorio.
Dice bene la Lucarelli quando afferma con la sua penna irriverente, ironica e pungente, che chi è rimasto qui – perché fare impresa qui è più complicato che altrove – ha imparato a bastare a se stesso. O quando afferma che i cartelli stradali per Sepino dovrebbero iniziare al casello di Milano. Eccellenti i riferimenti alle cascate di Carpinone o alla morgia cenozoica di Pietracupa. Selvaggia Lucarelli ha saputo descrivere con sapiente maestria la tenacia, «gentile, modesta e luminosa» – sono parole sue -, dei molisani. Non a caso su Il Fatto si congeda dai lettori svelando un desiderio: «Vorrei ricominciare il giro daccapo, avere il privilegio di svelare la regione che forse non sa abbastanza di esistere».
Noi non possiamo fare altro che ringraziarla, oltre ad invitarla a tornare e a “fotografare” dal suo privilegiato punto di vista tutto quello che non ha potuto nella recente visita.
Nessuna polemica contro nessuno, tutt’altro. Solo il desiderio di chiarire il nostro punto di vista e ringraziare per la visibilità, di cui abbiamo già avuto tangibile contezza, che il Molise ha ottenuto dagli scritti di Selvaggia Lucarelli.
Il turismo può rappresentare la svolta per il nostro territorio. È necessario però crederci, investire e, soprattutto, remare tutti nella stessa direzione. Altrimenti saremo condannati a restare quelli che non esistono. Per sempre.
Sabrina Ricci
Mirella Ricci
Io credo che dobbiamo scrollarci di dosso il provincialismo. Qualche personaggio famoso parla bene della nostra terra? Chi se ne importa. Ne fa critica? Chi se ne importa. Dobbiamo essere noi a capire le risorse che abbiamo e quanti errori stiamo commettendo nel non valorizzarle. Il Molise siamo noi, l’esame di coscienza deve essere naturale e non indotto.