Uno sfregio in pieno giorno, contro la bacheca pubblica di piazza del Popolo di proprietà del comune di Palata ma sul suolo parrocchiale. Una commistione che a qualcuno non andava giù, tanto da recarsi lì e portare via un pannello di ferro alto 180 centimetri e largo oltre due metri. Un sforzo considerevole, che soltanto una persona con una corporatura possente poteva compiere. Al posto del pannello è stato lasciato un messaggio su un cartoncino scritto con pennarelli colorati e le parole un po’ sballate riprese dall’Inno di Mameli, ‘‘‘‘s’è cinta la testa’, accompagnato da note musicali e altri geroglifici. Del furto e del danneggiamento si sono occupati su richiesta del sindaco Michele Berchicci i carabinieri del locale comando stazione, guidati dal maresciallo Tartaglia. Le ricerche, durate sino ad oggi hanno fatto rinvenire il pezzo della bacheca, del valore di circa 300 euro, in un scantinato abbandonato nell’agro del paese, poco distante dal luogo dell’atto vandalico. Nonostante il primo cittadino avesse sporto denuncia contro ignoti, in questa vicenda è riemerso un passato recente, quando a cavallo del 2009 e 2010 il sindaco aveva ricevuto una novantina di lettere anonime, e in quegli scritti è stata riconosciuta la stessa calligrafia usata per il messaggio lasciato in piazza. Per questa ragione, dopo gli opportuni riscontri e confronti, è stato convocato in caserma il sacrestano del parroco di Palata, che proprio di recente era stato al centro di un’altra tumultuosa vicenda, e dinanzi all’evidenza non ha potuto che confessare di essere stato l’autore di questo gesto, motivandolo proprio con la presenza considerata inopportuna della bacheca sulla proprietà parrocchiale. Per questa ragione, è partita l’informativa di reato alla Procura della Repubblica a carico del 59enne F. C, già con precedenti di giustizia e problemi di disagio sociale.

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