L’attenzione dei cittadini è riuscito a suscitarla. E questo è un primo importante risultato per il comitato ‘Basta emissioni’. Ieri il suo debutto ufficiale nella sala del convento di San Giovanni dei Gelsi davanti a un centinaio di persone, interessate a saperne di più sulla costruzione del tempio della cremazione (previsto dal Comune all’interno del cimitero cittadino) e sulla centrale a biomasse di Mascione. Due impianti che, a detta del comitato, aumentano ancora di più le polveri sottili nell’aria e dunque si moltiplicano i rischi di nuove patologie tumorali.

“Siamo convinti che ormai abbiamo un territorio saturo sotto ogni aspetto e ancora di più la città di Campobasso che unitamente a Venafro presenta il doppio delle emissioni nell’atmosfera”, sottolinea uno dei promotori dell’iniziativa, Emilio Izzo. “Non c’è un ragionamento tecnico che tenga. Siamo per il ‘no’ senza se e senza ma, non perché siamo contrari alla cremazione o alle energie alternative, anzi siamo a favore ma crediamo che questa regione abbia già dato tanto”. C’è un altro aspetto che spiega la netta opposizione del comitato ‘Basta emissioni’: il pericolo che tali business consentano di aprire la porta alle infiltrazioni della malavita. Emilio Izzo cita l’esempio del Basso Lazio, dove un assessore comunale è stato avvistato assieme ad un esponente del clan Bidognetti per discutere – pare – della prossima realizzazione di un forno crematorio in quell’area.  Ecco perché lancia questa proposta all’amministrazione: “Oggi questi impianti possono essere anche affidati ad un’impresa locale, magari con un contratto di uno o due anni”.

Alla riunione si presentano il sindaco Antonio Battista e l’assessore comunale ai lavori pubblici Pietro Maio. Scelgono la via del dialogo e provano a mediare con l’agguerrito comitato. “Il tempio della cremazione non è un inceneritore né una centrale – risponde Maio – e poi parliamo di una pratica diffusa in Italia e in Europa. Sarebbe un segnale di civiltà per tutta la regione”. Differente l’atteggiamento sulla centrale a biomasse di Mascione, dove si è dimostrata scettica anche l’amministrazione comunale. “Ho molte riserve sull’insediamento, non ne vale la pena ancora di più perché è piccolo – aggiunge Maio – ma potrebbe creare nocumento all’ambiente e alla salute dei cittadini”.

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