Il tunnel che dovrebbe collegare il porto di Termoli al lungomare nord continua ad alimentare il dibattito. Ad intervenire, nella circostanza, è la sezione di Campobasso di Italia Nostra che esprime forti perplessità e molta preoccupazione.
«È noto – spiega l’archeologa Gabriella Di Rocco, vicepresidente dell’associazione – che proprio in prossimità del tracciato dove dovrebbe sorgere il traforo insistono il castello e il borgo antico di Termoli. L’impatto di quest’opera, che non esistiamo a definire faraonica se rapportata all’esigua consistenza demografica della cittadina adriatica, sarà catastrofico in un’area a forte rischio archeologico: la complessa stratigrafia di questa porzione del territorio termolese indurrebbe ad agire con grande cautela e ad usare il buon senso considerando il fatto che nel corso dello scavo verrebbero certamente intaccati gli strati archeologici. Inutile aggiungere che tale situazione avrebbe come immediata conseguenza lo stop alla prosecuzione dei lavori con l’inevitabile allungamento dei tempi di realizzazione dell’opera e un ennesimo, inutile, spreco di danaro pubblico. Ci si chiede, dunque, se esista un accurato studio preventivo del territorio oggetto dell’intervento o se, invece, non si sia pensato ad uno meno invasivo e meno costoso come, ad esempio, una revisione più razionale del piano traffico cittadino con l’ampliamento delle zone pedonali e l’implementazione del trasporto pubblico urbano. Ciò che più ci lascia basiti, e che non avremmo mai creduto possibile, è il fatto che ai cittadini termolesi sia stata negata la possibilità di pronunciarsi sull’opera attraverso lo strumento democratico del referendum consultivo».