A fronte di contributi che si prevedono ingenti, fondi regionali ed europei che concorreranno a finanziare il contratto di sviluppo per la filiera avicola, il gruppo Amadori deve definire «tempi certi per la ripresa di tutte le attività e la ricollocazione del personale».

La Regione, invece, «svolga per intero un ruolo attivo per evitare tempi lunghi nelle eventuali concessioni e autorizzazioni tecniche e burocratiche ma anche il dovuto controllo sull’investimento delle risorse, pretendendo certezza sulla piena e stabile rioccupazione di tutto il personale». Il cuore del documento votato all’unanimità da operai e impiegati della Gam sta tutto qui: nei primi due punti. È il concetto che chiudendo una discussione che ha vissuto anche momenti di alta tensione, ha sintetizzato Franco Spina, segretario organizzativo della Cgil Molise: «A fronte del 40% di contributi pubblici si può accettare che si riprendano 30 persone e per di più precarie? Non può essere!». Quindi a Roma dopodomani dal gruppo Amadori il sindacato di Camusso – e i lavoratori della Gam, stando a quanto è scritto nel documento votato – si aspetta che tiri fuori il piano industriale e che dica «quanti lavoratori, non a tempo determinato, pensa che possano essere rimpiegati».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.