“Occorre innanzitutto un accordo quadro – afferma il segretario della Uil Molise, Tecla Boccardo -, che veda protagonisti la Regione Molise e Agricola Vicentina e contenga impegni e strumenti a tutela di tutti i lavoratori della Gam. Solo dopo, sarà possibile discutere, migliorare e arrivare a definire una piattaforma fra azienda e sindacati”.
Nella bozza di accordo sindacale, che le categorie nazionali hanno esaminato ieri mattina a Roma coi rappresentanti del gruppo Amadori, i numeri sono piccoli. Troppo, rispetto agli attuali volumi della Gam. I tempi invece sono lunghi e differenziati: otto mesi dall’avvio della ristrutturazione per la riapertura dell’incubatoio, 24 per gli allevamenti. Nessuna previsione invece per il macello. Le premesse per l’accordo che è circolato in queste ore sono pessime.
La bozza indica in maniera chiara due numeri: un massimo di 60 addetti in relazione all’incubatoio (con contratto agricolo a tempo determinato e per 130 giornate annue). Prima che chiudesse all’impianto erano addetti in 36, 60 dovrebbe essere il numero complessivo risultante dalla rotazione prevista (30 + 30). E poi un massimo di 10 per gli allevamenti.