“Salutiamo con grande favore l’apertura del museo del Paleolitico, a trent’anni di distanza dalle prime scoperte di quello che, vinto lo scetticismo iniziale, diventerà il più importante sito del Paleolitico al mondo, la cui rilevanza scientifica è ormai ampiamente e da tempo riconosciuta, grazie al lavoro dei vari ricercatori che nel corso degli anni vi hanno lavorato, sotto la guida del professor Peretto”. Sono queste le prime dichiarazioni rilasciate da Ugo De Vivo, candidato sindaco del centro sinistra, al termine della visita al museo del Paleolitico.
“Sia pure solo parzialmente completato – dice ancora De vivo – il museo costituisce un’occasione importante per il rilancio culturale e economico di Isernia. E, nonostante l’entusiasmo e la speranza che intorno al Paleolitico si possa finalmente costruire un progetto complessivo di sviluppo – è ormai noto che nel nostro programma c’è la costruzione del parco tematico dell’Homo Aeserniensis – non possiamo tacere su alcune circostanze. La prima – sottolinea De Vivo – è che il progetto per i lavori che hanno consentito l’apertura, finanziati dalla Regione, è stato approvato dal Comune di Isernia nell’Ottobre del 2009. I lavori sono stati appaltati solo nel Febbraio 2012: tre anni per un appalto tutto sommato modesto, 224mila euro e poco più, mi sembrano esagerati. Insomma, il Comune ha perso ancora tre anni preziosi. E poi: nel 1998, per volere dell’Amministrazione provinciale di centro sinistra retta, allora, da Pellegrino, Isernia e la cittadina francese di Quinson dove c’è un giacimento preistorico, siglarono un protocollo che prevedeva, tra l’altro, l’apertura dei rispettivi musei entro il 2002. Quinson ha inaugurato, effettivamente, nel 2002. Isernia, solo parzialmente, dieci anni dopo. È solo un caso che i dieci anni di ritardo coincidano con i dieci anni di governo del centro destra?”