L’area della Foce (o per meglio dire della Fota visto che mutua il suo nome dalla fitta vegetazione presente nella zona), sembra essere stata completamente abbandonata. Inaugurata appena un anno fa alla presenza dei vertici provinciali e comunali, a distanza di 12 mesi ha assunto un aspetto spettrale: i lampioni sono stati distrutti, panche e tavoli costruiti nel bosco sono stati divelti, i muri sono imbrattati dalla vernice dei vandali, le assi di contenimento del sentiero sono diventate legna per barbecue. Le piante in ogni dove hanno ricoperto le strade costruite dall’uomo, c’è sporcizia ovunque.
Eppure la Foce è uno dei luoghi più caro ai campobassani: in passato rappresentava un punto di riferimento per le famiglie del capoluogo che si recavano alla periferia della città per approvvigionarsi d’acqua potabile, per trascorrere lunghe giornate nella natura, per trascorrere in allegria momenti lieti. Oggi il suo aspetto, tetro e desolato, scoraggia residenti e frequentatori occasionali. I cittadini chiedono alle istituzioni di intervenire e questa mattina hanno voluto incontrare i taccuini di Primo Piano e le telecamere di Teleregione per denunciare una situazione che – dicono – è divenuta insostenibile. Presente all’incontro con la stampa anche Augusto Massa, leader dell’opposizione a Palazzo San Giorgio, che unitamente al capogruppo Pd Battista, ha voluto partecipare ai campobassani la propria solidarietà.
“Mo t’hann abbandunat vecchia Fonta” cantava Benito Faraone, uno degli interpreti più profondi della campobassanità. Per ironia della sorte quell’area doveva portare il suo nome. Ed invece è rimasta solo l’essenza delle sue strofe.

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