Il signor Mario Leodi è un ferroviere in pensione. Normalmente vive a Torino. Di tanto in tanto torna a Montagano per far visita alla madre, allettata. In questo periodo, con Montagano che s’è ripopolata, Mario ha attuato una clamorosa forma di protesta: se ne sta seduto per tutto il giorno, indossando pantaloncini, polo e paglietta d’ordinanza, in mezzo alla strada. Dietro una sedia antica ha affisso un segnale stradale: una freccia bianca su fondo blu che indica obbligo di passaggio a sinistra. “Da dieci anni – denuncia – le autorità attentano alla mia vita”. Il limite della carreggiata, infatti, coincide con la soglia di casa sua, in via Appennini numero 4. Per giunta il suo portone è ubicato in piena curva, in un tratto in cui le macchine possono raggiungere velocità importanti. “Molti montaganesi – prosegue – parcheggiano proprio di fronte casa, stringendo ulteriormente la carreggiata. Qualche tempo fa un’auto ha sradicato la grondaia che è parallela ai tubi del gas. Immaginate cosa accadrebbe se una vettura urtasse la conduttura del metano. Salterei per aria. E con me la coppia di anziani che vive accanto. Mia figlia quest’anno non è ‘‘‘‘scesa’ da Torino. Con due bimbi piccoli non sarebbe potuta uscire di casa. E’ una situazione insostenibile. Per giunta il manto stradale è stato innalzato di diversi centimetri ed ora l’acqua allaga puntualmente la cantina. Ho scritto al Prefetto senza ottenere risposta. La Provincia mi ha risposto che ho ragione ma devo rivolgermi al Sindaco. Il Sindaco non ha proferito verbo. Ed allora rimarrò seduto in mezzo alla strada sino a quando le autorità non mi daranno udienza”. 65 anni, Mario Leodi si definisce ‘‘‘‘di sinistra e belligerante’. Sembra un ossimoro: in realtà basta chiacchierare con lui per pochi minuti per capire quanto sia veritiera questa sua autodefinizione. E mentre chiacchieriamo col ferroviere, avvertiamo l’ostilità di molti montaganesi che evidentemente non vedono di buon occhio questa singolare forma di protesta. Temendo forse che Leodi, che per loro resta ‘nu frastier’, possa ridicolizzare Montagano. “Ho rischiato la vita nelle ultime ore. Oltre alle minacce degli automobilisti ho subito anche l’aggressione di una persona che ha finto di investirmi con un bolide a folle velocità, deviando traiettoria solo all’ultimo secondo. Ho preso il numero di targa e sporgerò denuncia ai Carabinieri. Non c’è stato nessun compaesano che mi abbia espresso solidarietà. Persino un amico di infanzia, che ora mi ha tolto il saluto, mi ha invitato a desistere dalla protesta con fare perentorio”. “Ma non mi fermo davanti alle intimidazioni – conclude – La mia protesta proseguirà sino a quando non verranno riconosciuti i miei diritti”. Salutiamo Leodi, scorgendo in camera da letto il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo: salutiamo anche Montagano, mentre la gente che abita in via Appennini accompagna la nostra partenza con sguardi di sollievo. Solo un’anziana all’orecchio ci bisbiglia: “E’ nu diaure, ma tè raggione” NdS

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