Dentro il bronzo di San Giorgio c’è anche la chiave d’oro della città di Campobasso. A lanciarla nel crogiolo per la fusione, come a volerla custodire nello scrigno più appropriato, fu monsignor Ettore Di Filippo, allora vescovo metropolita della diocesi. Fu lui a volere fortemente la realizzazione della statua che da ieri è posizionata in piazza Municipio dopo i circa 15 anni che l’hanno vista ospitata nell’androne del palazzo civico. Ora San Giorgio guarda e abbraccia la ‘‘sua’ gente.
La cerimonia ieri pomeriggio, sotto una pioggia battente che però non ha rovinato la festa. Il sindaco Luigi Di Bartolomeo, che con il patrono usa ‘‘dialogare’ al mattino prima di salire nel suo ufficio, lo aveva promesso appena eletto. “E per portare fuori questo mio amico il Comune non ha sborsato un euro. Tutto merito della Banca popolare di Novara, della Regione Molise e del vescovo Bregantini. Ci voleva un uomo del profondo Nord, un uomo delle nevi per realizzare questo sogno”, ha detto sul palco Di Bartolomeo rendendo omaggio all’ostinazione con cui padre GianCarlo in poche settimane ha concretizzato un’ipotesi accarezzata per lungo tempo da amministratori e cittadini.