Il superconsulente di Vardè solleva un polverone. Se sull’assunzione c’è scritto che deve essere il controllore del Comune, ora a finire ‘‘‘‘sotto controllo’ è proprio lui. Al vaglio le spese, i rimborsi e i benefit accordati a questo superesperto di origine pugliese in trasferta a Isernia che si divide tra il lavoro di supervisore nel capoluogo pentro e quello nella sua città natale, Alberobello. Spese, appunto. Quelle per il consulente sono al vaglio degli ‘‘‘‘ex’ controllori, una terna tutta isernina che è stata spodestata per far posto al nuovo consulente. Eppure, a detta dei tre, la scadenza della collaborazione arrivava fino al prossimo marzo. Nulla da fare. C’è poi la grande questione del compenso. Al netto dell’Iva e degli oneri per la cassa professionale, il consulente di Vardè porta a casa 18mila euro. Da solo. Poca roba, si dirà, se confrontata con i lauti compensi di cui si legge spesso sulla stampa. Eppure solo soletto, Elio Partipilo guadagna più dei tre suoi predecessori messi insieme. Non serve nemmeno le calcolatrice per fare due conti: 18mila euro per la consulenza del solo Partipilo, intorno ai 14mila euro per quelle dei tre controllori del passato (gli avvocati Massimo Di Nezza, Raffaele Di Sandro e Anna Zampiello). Nel dettaglio: i due membri percepivano intorno ai 4.400 euro annui, mentre per il presidente il rimborso non superava i 5.500. Ovviamente, essendo il nucleo tutto isernino, non aveva diritto ai benefit accessori che il nuovo consulente ha: vitto e alloggio spesati insieme ai rimborsi per raggiungere Isernia. L’ammontare complessivo, per ora, non è stato ancora reso pubblico. E allora il risparmio dove starebbe? Se lo chiedono proprio gli stessi predecessori di Partipilo, oltre che i cittadini di Isernia. Il provvedimento, infatti, parla di “di semplificare la composizione dell’organismo indipendente di valutazione della performance con una sola unità, tanto anche al fine del contenimento della relativa spesa complessiva di gestione”. Eppure, viste le cifre, sembra che di risparmio ci sia ben poco. Perché, dunque, una scelta del genere da parte del commissario?