Rinviene dei buoni fruttiferi postali risalenti agli anni ’30 – ‘40 che oggi, rivalutati, potrebbero valere all’incirca 195.000 euro. È quanto accaduto ad una 46enne agnonese, residente in Calabria. La donna, durante le operazioni di ripulitura di un vecchio magazzino in provincia di Cosenza, casualmente ha ritrovato undici buoni postali, tre da 1000 lire e otto da 100 lire risalenti agli anni ’40 e intestati alla nonna paterna di cui è la legittima erede in considerazione della scomparsa di parenti che la precedevano nell’albero genealogico. La protagonista della vicenda, quasi incredula, si è poi rivolta, conferendo mandato, all’Associazione Giustitalia che si occupa del rimborso di buoni postali e titoli di Stato. Inutile dire che ora i legali dell’associazione tenteranno il recupero della somma presso Poste italiane e il Ministero delle Finanze chiamati ad onorare il dovuto che da una prima stima, tra rivalutazione e capitalizzazione, ammonterebbe a 194.350 euro. A detta di Giustitalia sia Poste che Ministero delle Finanze risponderebbero in solido non solo dei titoli di Stato emessi durante il Regno d’Italia ma anche da quando è entrata in vigore la Repubblica italiana. La storia della signora di Agnone non è la prima che accade in Italia. In un recente passato simili notizie hanno infatti guadagnato la vetrina mediatica. A riguardo – spiega Giustitalia – in Italia ci sono circa 10 milioni di titoli di credito ‘antichi’ tra buoni postali, libretti bancari, Bot, ecc. non riscossi e ancora riscuotibili.
Ma è possibile il rimborso di questi titoli cosiddetti ‘antichi’? «Sì, è possibile per il titolare o per i suoi eredi, richiedere il rimborso, maggiorato degli interessi oltre alla rivalutazione monetaria. Il tutto – spiega Giustitalia – a condizione che non sia decorso il termine prescrizionale di 10 anni. Tale termine decorre non necessariamente dalla data di emissione del titolo ma da quando il soggetto titolare è in grado di far valere il proprio diritto. In particolare, anche se il titolo è stato emesso oltre 10 anni fa, ma il soggetto interessato lo ha ‘ritrovato’ solo recentemente (ovvero negli ultimi 10 anni) può agire per il rimborso dello stesso e la prescrizione inizierà a decorrere dal momento del ritrovamento».
Ed ancora, per quali titoli si può chiedere il rimborso? «In linea generale – specifica sempre Giustitalia – tutti i titoli possono essere riscossi, anche quelli emessi sotto il Regno d’Italia. Tra i più frequenti – aggiungono dall’associazione che difende i diritti e gli interessi individuali e collettivi dei cittadini – oltre ai classici libretti di risparmio bancari e postali, i buoni fruttiferi postali, i certificati di debito pubblico del Regno d’Italia, i certificati di debito pubblico dello Stato Italiano, i prestiti redimibili».

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