La motosega è rimane spenta e silenziosa, il suo rumore assordante non ha squarciato il silenzio del bosco. Il previsto taglio dell’abete bianco in agro di Agnone, all’interno del bosco di Montecastelbarone, non è avvenuto. Ieri mattina mezzi meccanici gommati, compreso un’autogru, e personale specializzato si sono recati sul posto per procedere al taglio dell’ormai famoso abete da donare al Papa in occasione del Natale; qualcosa però non è andato secondo i piani e, complice forse la presenza dei Carabinieri forestali di Agnone, l’operazione è stata annullata all’ultimo momento. Ne dà conferma alla nostra testata giornalistica il comandante dei Carabinieri forestali di Isernia, il colonnello Gianluca Grossi, il quale tuttavia sottolinea che non c’è stato alcuno stop imposto alle operazioni di taglio da parte dei militari operanti, come scritto frettolosamente on line da qualcuno, bensì le due amministrazioni comunali coinvolte, quella di Agnone e quella di Rosello, hanno autonomamente deciso di rinviare l’abbattimento in attesa di una integrazione ai documenti autorizzativi, evidentemente carenti, che dovrebbe, o meglio potrebbe arrivare solo dall’autorità forestale e dal gestore del sito di importanza comunitaria, nel caso di specie la Regione Molise. Il sindaco di Rosello, Alessio Monaco, ha infatti sempre parlato di autorizzazioni al taglio avute dalla Regione Abruzzo e dalla Comunità montana Alto Molise. La Regione Abruzzo, come capirebbe anche un minorato, non ha alcuna competenza, essendo l’albero da tagliare posizionato al di qua del confine regionale, quindi in Molise, in agro di Agnone per la precisione, e la Comunità montana Alto Molise, sia pure competente per territorio, non ha l’autorità per disporre il taglio. L’unica autorità forestale in grado di rilasciare quella autorizzazione è la Regione Molise, in qualità tra l’altro di gestore del sito di importanza comunitaria che fino ad oggi custodisce quel monumentale esemplare di abete bianco, specie arborea protetta a livello europeo. Agnone e Rosello, tardivamente, si sono accorti di non avere le necessarie autorizzazioni, e hanno deciso in via precauzionale di sospendere le operazioni di taglio, in attesa di questa integrazione autorizzativa che potrebbe anche non arrivare affatto, trattandosi appunto di un albero rilevante all’interno di una zona Sic. Non una riserva integrale, come l’abetina di Rosello ad esempio, ma comunque un’area boschiva, quella di Montecastelbarone, sottoposta a vincoli di tutela più stringenti rispetto alle zone dove è possibile procedere al taglio programmato. Battaglia vinta, dunque, almeno per il momento, dal fotografo naturalista e giornalista Dario Rapino, che sta tentando una solitaria e «donchisciottesca» lotta contro la macchina della propaganda messa in campo dal Comune di Rosello, con la complicità di quello di Agnone e il placet del Vaticano. Un abete bianco di trenta metri di altezza, almeno due secoli di vita secondo le stime degli esperti, condannato ad essere segato, abbattuto e caricato su un mezzo meccanico che lo trasferirà in Piazza San Pietro prima delle festività natalizie. Sarà l’albero di Natale del Papa, donato ufficialmente dal Comune di Rosello, anche se di fatto l’abete è nato e cresciuto rigoglioso e possente all’interno del bosco di Montecastelbarone, sul territorio molisano e agnonese. Proprio Rapino ha dimostrato, dati alla mano, che l’abete spacciato per abruzzese e rosellano, in realtà è altomolisano. «Allora, facciamo un bel respiro e torniamo calmi: la giornata di ieri è stata adrenalinica. – spiega alla nostra redazione il collega giornalista pubblicista Rapino – Un po’ come quei film americani, quando il condannato a morte viene graziato prima di sedere sulla sedia elettrica. Purtroppo però qui il finale della storia dell’abete è ancora tutto da scrivere. Per ora la pena è solo sospesa e non è detto che non venga eseguita. So che “i grandi papaveri” stanno già brigando per rimediare alle mancanze amministrative. Ora è il momento che le grandi associazioni intervengano e facciano pressione sulla Regione Molise perché quel nulla osta non venga mai rilasciato. Quel che per ora è certo è che sono venute finalmente alla luce tutte quelle fandonie che denuncio da oltre due anni. La situazione è in continua evoluzione: stay tuned».