L’antica arte dei fonditori dei Marinelli, risalente all’anno 1100, candidata tra i beni dell’Unesco. Il ministero della Cultura ha infatti presentato ufficialmente a Parigi la designazione multinazionale dell’“Arte Campanaria tradizionale” per l’iscrizione nella lista Unesco del Patrimonio Culturale immateriale. «I campanili sono un simbolo identitario delle nostre comunità, il ‘suono della tradizione’ è il timbro delle campane che a Pasqua risuoneranno ovunque. Le campane ‘suonate a festa’ sono un paesaggio sonoro che riecheggia nei borghi italiani come nelle grandi città. Questa candidatura riconosce nell’arte campanaria, che ha radici profonde nella nostra storia e nei nostri territori, un carattere originale della nostra nazione», dichiara il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. La partecipazione italiana è promossa dalla Federazione Nazionale dei Suonatori di Campane, che raggruppa 23 associazioni presenti sul territorio italiano, con il sostegno della Conferenza Episcopale Italiana e delle tre fonderie storiche, ancora in attività, specializzate nella realizzazione di campane. Oltre alla molisana Pontificia Fonderia Marinelli, l’emiliana Fonderia Capanni di Castelnovo né Monti (Reggio Emilia), e la Fonderia Allanconi di Crema (Cremona). Le componenti della candidatura includono le tecniche di suonata delle campane, la loro realizzazione e composizione, le strutture architettoniche dei campanili, per lo più associati a cattedrali e chiese, che sono espressione culturale e partecipativa di una vasta comunità italiana. Il fascicolo, redatto dall’ufficio Unesco del Ministero, già approvato dal Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, rappresenta la proposta di estensione di riconoscimento dell’elemento, già iscritto per la Spagna. La notizia è stata accolta con entusiasmo da Pasquale e Armando Marinelli, contitolari dell’opificio agnonese conosciuto in tutto il mondo. «Questa candidatura è motivo di vanto e orgoglio non solo per la nostra famiglia, ma per Agnone e l’intero Molise. Al tempo stesso testimonia il lavoro svolto dai nostri avi e da tutte le maestranze che nel corso dei secoli hanno contribuito alla crescita di questo umile laboratorio dove il tempo si è fermato e che il 19 gennaio del 1995 ha avuto l’onore e il privilegio di ospitare il papa Santo, Giovanni Poalo II», il commento a caldo dei fratelli Marinelli. Dunque, la tradizione ancorata alle primordiali tecniche di realizzazione e fusione delle campane, meglio definite la ‘Voce degli Angeli’, a breve potrebbe diventare patrimonio Unesco.