Non puoi andare ad Agnone e non passare a visitare la Pontificia fonderia Marinelli. È una legge non scritta che vale per tutti, anche per i ministri della Repubblica. E il vice premier Matteo Salvini, dopo aver promesso che «il ponte Sente riaprirà nell’estate del 2024» proprio all’imbocco del viadotto, non si è sottratto a questo obbligo. Scortato dai leghisti della prima e dell’ultima ora, il ministro delle Infrastrutture e Trasporti è stato ricevuto ed accolto, con tutti gli onori del caso, dai fratelli Marinelli e dalle maestranze della fonderia tra le più antiche del pianeta. Letteralmente stregato dalla magia che ruota attorno alla nascita di una campana, il ministro ne ha approfittato per concludere il comizio iniziato alla presenza di numerosi sindaci all’imbocco del viadotto “Longo”.
«Grazie a voi, come comunità di Agnone, e alla famiglia Marinelli per avermi aperto le porte di casa nel vero senso della parola – ha esordito Salvini – Fra i cittadini, lo dico da milanese, c’è sempre qualcuno che dice: baste con le campane, che fastidio. Io invece spero che almeno per altri mille anni donne e uomini sulla terra sentano il rintocco delle vostre campane, il suono più bello del mondo. Sono venuto qui da ministro perché c’è un viadotto chiuso da cinque anni che va assolutamente riaperto per riunire due comunità. Da ministro, appunto, sto lavorando da qualche mese per questo vostro ponte e cercheremo, anzi non cercheremo, ma metteremo i soldi necessari per riaprirlo e fare in modo che queste due comunità tornino ad incontrarsi e a poter fare quello che bisogna fare per vivere bene. Mi dicevano che non troppo tempo fa c’erano ottomila residenti ad Agnone. Una guarda le immagini e dice: che bello vivere ad Agnone, tanto verde, tante vallate. E poi però qui sul posto lavorare è più difficile che altrove, fare impresa è più difficile, studiare è più difficile, curarsi è più difficile. E quindi al di là delle grandi città bisogna mettere tutta la passione del mondo per i piccoli paesi. D’altra parte la Lega è nata proprio nelle realtà minori. Perché a Milano e Roma ce la fanno in ogni caso, hanno tutto quello che serve, ad Agnone, nelle tante Agnone d’Italia, c’è bisogno di più cura, di più passione, di più scuole, di ospedali e di infrastrutture. Tenete duro, perché l’Italia siete voi – ha aggiunto il ministro tra gli applausi – Tenete duro e state tranquilli, perché sul ponte ci lavoriamo. Siete qua da un migliaio di anni, vi auguro di restarci per un altro migliaio di anni almeno. Tornerò ad Agnone, perché per me, da ministro, un Comune di cinquecento abitanti ha la stessa importanza di uno da due milioni di residenti. Ringrazio tutti, il sindaco, il presidente della Provincia, tutte le autorità e la famiglia Marinelli, per me veramente è stato un onore».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.