Il sogno continua. L’Atene del Sannio, capitale mondiale delle campane dove ebbe origine il sacro fuoco dei Sanniti, ovvero Agnone, tra le dieci finaliste per diventare Capitale italiana della cultura 2026. Nella giornata di ieri la cittadina molisana è stata inserita nel novero dei nomi che nel mese di marzo si contenderà l’ambito riconoscimento. A stabilirlo la commissione del Ministero della Cultura presieduta dallo scrittore e direttore dell’agenzia AdnKronos, Davide Maria Desario che ha scelto i dieci progetti sui 16 pervenuti. Restano fuori realtà come Bernalda (Matera), Cosenza, Lucca, Marcellinara (Catanzaro), Unione dei Comuni Terre dell’Olio e del Sagrantino (Perugia), Unione Montana dei Comuni della Valtiberina (Arezzo). Dunque il progetto ‘Fuoco, dentro. Margine al centro’ redatto dall’antropologa dell’Unimol, Letizia Bindi e illustrato negli ultimi giorni a Palazzo Madama, va avanti. Con Agnone a contendersi la leadership altre nove città quali: Alba (Cuneo), Gaeta (Latina), L’Aquila, Latina, Lucera (Foggia), Maratea (Potenza), Rimini, Treviso e l’Unione dei Comuni della Valdichiara Senese (Siena).
«È una notizia che ci riempie di gioia, il lavoro fatto è stato meritevole, segno di una unità e visione di futuro che ha dato i suoi frutti», ha dichiarato entusiasta il sindaco di Agnone e presidente della Provincia di Isernia, Daniele Saia appena raggiunto dalla news. «Dietro il dossier c’è il lavoro sulla nostra storia e sul nostro futuro che riguarda l’intera comunità dell’Appennino che vuole continuare a vivere sul proprio territorio. Questa è una sfida importantissima, noi, insieme all’intero Molise, ci crediamo», ha aggiunto poi Saia. Oggi va ricordato e dato merito a chi ha proposto e supportato da sempre l’idea della candidatura che porta il nome di Francesco Paolo Tanzj, docente in pensione di Storia e Filosofia il quale con abnegazione e caparbietà ha sconfitto lo scetticismo iniziale che voleva una piccola realtà come Agnone partecipare ad una competizione tra giganti. «A Tanzj sentiamo di rivolgere il nostro ringraziamento – afferma il direttore responsabile de l’ecoaltomolise.net, Maurizio d’Ottavio -. Crediamo che l’intera comunità dovrebbe essere riconoscente a quella sorta di follia messa in campo dal prof che oggi ha portato ad un risultato straordinario che a sua volta potrebbe cambiare il corso della storia ad un intero territorio e un’intera regione». Nei mesi scorsi a perorare la causa di Agnone capitale italiana della Cultura 2026 volti noti quali, Dacia Maraini, Chiara Gamberale, Emanuele Trevi, Domenico Iannacone, Alessandra Mastronardi, Mino Gabriele e tanti altri ancora. Ora, le dieci finaliste verranno convocate nei giorni 4 e 5 marzo 2024 per le audizioni pubbliche. Sarà questa l’occasione per ogni candidata di illustrare nel dettaglio il proprio progetto agli esperti che dovranno valutarli. Per ciascun dossier le audizioni avranno una durata di massimo 60 minuti, di cui 30 per la presentazione del progetto e 30 per una sessione di domande effettuate dalla Giuria. La proclamazione della Capitale italiana della Cultura si terrà entro il 29 marzo 2024. La città vincitrice sarà assegnataria di un contributo finanziario di un milione di euro per concretizzare gli obiettivi delineati nel progetto di candidatura. Questo finanziamento sostanziale permetterà di tradurre le idee in azioni concrete, dando vita a un programma annuale per esporre la ricchezza culturale e le prospettive di sviluppo della vincitrice.