Prima il reportage stile “Iene” sulla stampa, che ha dato voce alle proteste e alle lamentele dei pazienti ricoverati, poi una interrogazione presentata in Consiglio regionale dal consigliere Andrea Greco alla quale non sono state date risposte soddisfacenti, ora una ispezione del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità dei Carabinieri. Al netto della singolare vicenda del medico preso a schiaffi dalla accompagnatrice di una paziente nella giornata di martedì, le ultime novità che arrivano dall’ospedale di area disagiata di Agnone sono relative ad una ispezione dei Nas dei Carabinieri appunto. Il personale, al comando del luogotenente Mario Di Vito, proprio in seguito al clamore mediatico sollevato circa la chiusura delle cucine del “Caracciolo” e l’attivazione di un costoso servizio di trasporto di pasti caldi dalla sede del “Veneziale” di Isernia, ha deciso di effettuare dei controlli e delle ispezioni. Dal comando di Campobasso della specialità sanitaria dell’Arma confermano che l’attività ispettiva è appena incominciata e che i controlli e le verifiche andranno avanti anche nei prossimi giorni. Al vaglio dei militari non tanto la bontà dei prodotti che arrivano sui vassoi dei pazienti ricoverati al “Caracciolo”, quanto la correttezza di tutte le procedure previste dalle norme e dai regolamenti vigenti in materia di trasporto dei pasti caldi. La preparazione delle pietanze per i ricoverati nel reparto di Medicina del “Caracciolo” avviene, già da qualche settimana, presso le cucine dell’ospedale di Isernia e da lì i pasti vengono spediti e recapitati, una quarantina di minuti dopo, in alto Molise. In considerazione del maggior rischio igienico dovuto al consumo differito delle pietanze, i Carabinieri del Nas stanno concentrando la propria attenzione su tutte le procedure di trasporto e di confezionamento dei prodotti alimentari che vengono trasportati sul luogo di somministrazione in legame caldo e/o freddo a seconda delle esigenze. È quindi importante dotarsi di sistemi di mantenimento della catena del freddo e del caldo ed è esattamente quello che stanno verificando gli uomini del Nas. La temperatura di conservazione è un fattore molto importante. Questa deve essere tenuta costante durante tutto il tempo che intercorre tra la preparazione-cottura e la distribuzione all’utente finale, infatti si parla di “legame” di temperatura. Le temperature di trasporto sono ben definite dalle normative trasporto pasti e dipendono dal cibo che viene movimentato. E proprio gli utenti, i pazienti più precisamente, lamentano invece che i pasti arrivano freddi sui vassoi in reparto. I contenitori termici devono essere separati e chiusi ermeticamente per evitare scambio termico e contaminazione degli alimenti. Immaginate cosa succederebbe se l’operatore addetto al trasporto pasti non usasse un contenitore chiuso ermeticamente oppure se il contenitore del cibo caldo a +70°C (pasta al sugo) fosse ospitato nello stesso contenitore del cibo freddo -4°C (verdura fresca): un servizio disastroso. Infatti il cibo potrebbe essere contaminato dall’ambiente esterno, l’aria aperta, l’automezzo usato nel trasporto oppure rompere il legame termico abbassando la temperatura della pasta sotto i 65°C e “lessando” la verdura cruda. Tutte questioni e norme che ovviamente sono ben note alla ditta incaricata, ma che comunque sono ora sottoposte ad attenti controlli e verifiche da parte dei Carabinieri al comando del luogotenente Di Vito. Non è escluso che le ispezioni si allarghino anche alle cucine, quindi presso l’ospedale di Isernia, dove i pasti vengono preparati e assemblati per il successivo trasporto fino ad Agnone.

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