Il cuore, l’arguzia e la passione di Sophia Marinelli non sono bastati, perché in qualche modo il verdetto era già scritto. Sarà L’Aquila, il capoluogo d’Abruzzo, la Capitale della Cultura 2026. Ieri mattina, nella sala “Spadolini” del Ministero della Cultura, la commissione esaminatrice dei dossier proposti dalle dieci finaliste, Agnone compresa, ha sentenziato in maniera difforme da quanto tutto il Molise sperava. Tutto secondo copione, verrebbe da scrivere, un esito quasi scontato e in qualche modo anticipato nel corso della recente puntata di “Porta a Porta” di Bruno Vespa, ospite il governatore dell’Abruzzo, appena rieletto, Marco Marsilio. La sensazione è che la politica abbia pesato sulle decisioni della giuria, questo almeno pare insinuare il consigliere regionale Andrea Greco, presente ieri mattina a Roma con la delegazione molisana. «In queste occasioni è difficile nascondere l’amarezza – ha dichiarato a caldo, pochi minuti dopo la proclamazione, il consigliere regionale Greco – Complimenti a tutte le dieci finaliste, però l’amarezza è troppo grande anche per fare una lucida riflessione in questo momento. Io credo che tutte le aree interne del Paese, che erano rappresentate in questa sede da Agnone, meritassero di più. Meritassero maggiore considerazione e soprattutto un giudizio scevro da qualsiasi tipo di condizionamento. Perché questa vittoria dell’Aquila sembrava già annunciata da tempo e questo non fa mai bene quando si parla di cultura». Parole pesanti, quelle di Greco, che lasciano ipotizzare condizionamenti politici appunto che avrebbero influito sulla scelta della commissione. «Bisogna rimboccarsi le maniche e continuare a credere che un futuro, per le aree interne, non solo è possibile, ma deve essere costruito attorno alla grande qualità della vita tipica dei territori montani, zone che però soffrono sempre di più. – ha aggiunto Greco – Certo questo poteva essere un ottimo aiuto, ma non arrendiamoci. E’ fondamentale non far spegnere i riflettori, perché tanto è stato fatto e quel lavoro può portare straordinari benefici a tutta la comunità molisana». In chiusura di intervento una stoccata all’indirizzo della trasmissione “incriminata”, Porta a Porta appunto: «Non mi esprimo su Bruno Vespa che a mio avviso non ha dimostrato una sufficiente caratura giornalistica, diciamo così, perché su una televisione pubblica e di Stato, non è accettabile un endorsement come quello che ha fatto alla vigilia della designazione della Capitale della Cultura. È stato perlomeno spiacevole, per non utilizzare altri termini». Più pacata la reazione a caldo del sindaco Daniele Saia, che per uno strano scherzo del destino era seduto esattamente accanto al collega Biondi, il primo cittadino dell’Aquila, cioè colui che ha vinto la competizione: «La giuria avrà valutato il dossier della città abruzzese sicuramente migliore rispetto a quello delle altre candidate, anche se dalle parole espresse sia dal presidente della commissione che dal Ministro è emerso che anche tutti gli altri progetti presentati sono stati di alta qualità. Nelle gare si accetta sempre il giudizio che viene espresso da chi deve giudicare. Noi siamo assolutamente soddisfatti del lavoro fatto. Abbiamo fatto tutto il possibile e anche oltre, quindi ringrazio tutte le professionalità che hanno contribuito. Il programma, a prescindere dall’esito, andrà avanti, come concordato con l’assessore Micone e con il presidente Roberti. Speriamo ora di passare dalle parole ai fatti. Noi abbiamo tutta la volontà e la determinazione di non disperdere il lavoro fatto». Più o meno in scia con le parole di Saia il presidente della Regione Molise, Francesco Roberti, che però sembra quasi correggere il tiro rispetto alle dichiarazioni stizzite del consigliere Greco: «Abbiamo fatto una bellissima esperienza, un’ottima programmazione e continueremo a coltivare le idee messe in campo. Il progetto è interessante e va portato avanti sicuramente. Facciamo il nostro in bocca al lupo a L’Aquila e la decisione della commissione va letta comunque come una attenzione alle aree interne del Paese. I nostri progetti, frutto della sinergia tra più enti e soggetti, vanno incentivati e concretizzati per far conoscere il nostro territorio e la nostra cultura. Un po’ di delusione c’è – ha ammesso il presidente –, ma va detto che L’Aquila è già più volte che partecipa a questa sfida, mentre per noi è stata la prima esperienza. Impariamo dagli altri, ma questo non vuol dire che non ci siamo difesi, anzi, siamo rientrati tra le città finaliste e questo ci riempie di orgoglio».