Per il secondo anno consecutivo torna ‘Casearia’ la più grande mostra-mercato dei formaggi del centro-Sud Italia. La manifestazione si terrà nella zona del mercato coperto di Agnone nei giorni 30-31 agosto e 1 settembre. L’obiettivo è valorizzare la filiera del latte italiano con ricadute a livello turistico per il territorio considerato il distretto lattiero-caseario più importante del Molise grazie alla presenza di numerosi caseifici e allevatori. Alla vigilia dell’importante iniziativa, che attirerà migliaia di curiosi e buongustai, ne abbiamo parlato con gli organizzatori, Giuseppe ed Erasmo Di Pietro che sin dall’inizio hanno creduto nel progetto. Tra gli ospiti d’eccezione l’imprenditore Oscar Farinetti, il giornalista Edoardo Raspelli e la cantastorie del formaggio, Valentina Bergamin.
Dopo il successo dell’anno scorso quali saranno le novità della seconda edizione di Casearia?
«Tantissime. Quasi un’altra Casearia. Avremo espositori da 15 regioni, compresa la Sicilia con Caltanissetta e Albenga dalla Liguria di Levante. Una impressionante varietà di formaggi, circa 300. Oltre l’80% degli espositori della prima edizione ha confermato la presenza giudicando positiva l’esperienza del 2023. A loro si sono aggiunti tanti produttori richiamati dal passa parola tra addetti ai lavori e dalla nostra campagna social condotta da un team esperto».
Aumenteranno anche gli stand.
«Saranno quasi il doppio. Circa 75 tra i core, dedicati ai prodotti caseari ed i non core che ospiteranno prodotti enogastronomici accessori come vini, marmellate, tartufi, dolciumi e cioccolato di alta qualità».
Dal punto di vista organizzativo avete anche dei nuovi partner?
«Abbiamo raggiunto un accordo con Enel, annoverato tra i main partner, che ci consentirà di realizzare una delle prime mostre agro-alimentari italiane alimentate con energia proveniente da fonti rinnovabili».
L’offerta non si limiterà alla esposizione, degustazione e vendita. E’ così?
«Molti dei visitatori dell’anno scorso, più del 50% da fuori regione, ci hanno chiesto un ‘dopo fiera’. Per questo abbiamo previsto due concerti, venerdì e sabato, mentre durante il giorno sono in programma una serie di eventi collaterali che vedranno la partecipazione di personaggi del calibro di Oscar Farinetti, fondatore della catena Eataly, Edoardo Raspelli, gastronomo e giornalista di fama nazionale, Valentina Bergamin, “cantastorie del formaggio”, la prima donna ad essersi aggiudicata il titolo di miglior maestro assaggiatore di formaggio nel 2019. Saranno presenti il presidente del Consorzio del Parmigiano-Reggiano, che parlerà dell’esperienza a livello internazionale di uno dei prodotti più affermati del made in Italy e il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. E’stato invitato all’inaugurazione il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, mentre ha già assicurato la sua presenza il Sottosegretario, Luigi D’Eramo che vogliamo ringraziare per il sostegno offertoci nella prima edizione, ma soprattutto per gli elogi ed i pubblici riconoscimenti in più sedi».
Qualcosa di più per i palati fini?
«Potranno partecipare a quattro master-class tenute da esperti sugli abbinamenti tra formaggi e vini o marmellate. Abbiamo riservato uno spazio anche all’associazione dei produttori di fior di latte molisano che farà un annuncio importante. A Casearia ci sarà anche la presentazione della giornata nazionale della Transumanza».
Ci sembra un programma nutritissimo, ma c’è dell’altro sul piano della salute e della corretta alimentazione?
«Siamo pienamente convinti del concetto noto con la sigla One Health secondo il quale la salute umana, quella animale e quella dell’ecosistema sono strettamente connesse. La nostra manifestazione si svolge all’insegna della sostenibilità ambientale e del benessere globale, le frontiere su cui si gioca un nuovo concetto di agricoltura, di economia e di convivenza globale. Ci sarà uno spazio per approfondimenti sul valore nutrizionale dei formaggi e sulle problematiche mediche connesse al loro consumo con nutrizionisti, allergologi, pediatri che hanno anche programmato alcuni talk, ovviamente gratuiti».
Una grande offerta a prezzi molto limitati, se paragoniamo Casearia ad altre iniziative analoghe.
«Il contributo che chiediamo all’ingresso (8 euro, ndr) non ha l’obiettivo di fare cassa, quanto quello di selezionare all’ingresso chi è realmente interessato alla manifestazione. Al costo di un aperitivo, gli ospiti potranno godere di decine di assaggi di ogni tipo, di un’area food dove scegliere un pasto più impegnativo, spettacoli, tour turistici gratuiti, consulenza medica e riduzione del 50% del biglietto per la visita del Museo della Campana Marinelli».
Sebbene possa sembrare un aspetto minore, uno degli ingredienti del successo di Casearia, è il logo.
«L’anno scorso, praticamente avevamo solo quello da esibire assieme a una idea scritta su un foglio. Una immagine di grande impatto: una forma di formaggio che si apre su un paesaggio montano a richiamare la sky-line di Agnone. Ha funzionato alla grande. E’ stato un regalo dell’amico Giuseppe Ferro, amministratore delegato della azienda La Molisana, che mise a disposizione i suoi grafici. Ma non solo, perché il pastificio molisano, conosciuto in tutto il globo, ci stato e continuerà ad essere molto vicino al nostro evento. Non sapremo mai come ringraziarli».
Come è nata l’idea di Casearia?
«Durante il Covid, che è stato per tutti un periodo di forzata inattività. Per motivi professionali avevo frequentato numerose rassegne dedicate, tra cui Cheese di Bra, in Piemonte e ci siamo resi conto che nel Centro e nel Sud d’Italia mancava un evento di rilievo nazionale che fornisse agli operatori un momento di visibilità. Casearia nasce per riempire questo vuoto».
Perché proprio in Agnone?
«Scegliere un’altra sede, Campobasso ad esempio, avrebbe semplificato molti aspetti, favorendo un maggior accesso di pubblico e di produttori, ma quella di Agnone è stata anzitutto una scelta di valore sociale, in difesa di una zona interna in difficoltà e di una location che rispecchiasse i valori di sostenibilità e qualità a cui si ispira Casearia».
Come è stata la risposta dei produttori locali?
«L’orizzonte di Casearia non è l’orticello. Chi vuole, sa dove trovarla. Penso, poi, che avere una occasione simile sotto casa sia una opportunità da cogliere al volo. O no?».
E le istituzioni locali?
«Paolo Spina e la Camera di Commercio del Molise hanno abbracciato subito il progetto dandoci una grande spinta. Il Comune di Agnone ha fatto il suo, in scia la Regione Molise ci ha offerto l’opportunità del bando Molise e Cultura. Teniamo presente che questa rassegna si occupa del settore agroalimentare più rilevante della regione, in termini di fatturato e occupazione. Agnone e il Molise possono diventare la Bra del Sud Italia, con ricadute importantissime, in termini economici e di marketing territoriale».
Quante risorse richiede l’organizzazione di un evento come Casearia?
«Abbiamo chiuso l’edizione 2023 a dicembre. Alla fine di gennaio eravamo di nuovo in pista per l’edizione 2024. Attualmente sono attive tre persone a tempo pieno e tre collaboratori. In fiera saremo circa 40. Oltre all’Associazione culturale Casearia, di cui sono il presidente, un ruolo determinante lo riveste la ‘EMLive’ di Erasmo, mio figlio. Diciamo che integriamo le competenze e le energie. A livello finanziario, è ovvio che se cresci spendi anche di più. Quest’anno, abbiamo raddoppiato le uscite».
Erasmo, che partecipa all’intervista, racconta così del suo entusiasmo e delle sue emozioni nel coordinare, a soli 25 anni, un evento di tali dimensioni.
«Casearia è un progetto molto complesso, da migliorare e ampliare a ogni edizione. Ogni giorno ti aspetta un’agenda con decine di punti che devi affrontare e risolvere. Abbiamo fatto in pochi un percorso enorme, che in genere richiede 4-5 anni e una struttura con più addetti. Proprio l’organizzazione è stato uno dei nostri punti di forza, riconosciuto da chi ha partecipato. Creare e gestire eventi è il mio lavoro. E questo è il primo di una serie che metteremo a terra prossimamente».
Di Pietro, legittimamente orgoglioso della sua “creatura”, conclude così: «Portare l’Italia intera in una zona marginale è una sfida vinta e motivo di grande orgoglio. Un monito per chi pensa che le aree interne non siano una risorsa. Però, c’è bisogno di una visione e di un progetto socio-economico. Non si può procedere con iniziative spot. Casearia è un evento che ha una grande ricaduta sul Molise e sull’economia locale, sia in termini di afflusso turistico destagionalizzato che di immagine. Non è poca cosa».
Italo Marinelli