Troppo piccola la chiesa di Sant’Antonio Abate per accogliere le centinaia di persone che hanno voluto porgere l’estremo saluto a Vittorio Lemme, il diacono agnonese scomparso nella notte tra sabato e domenica a causa di una malattia fulminante che non gli ha lasciato scampo. Una notizia che ha scosso l’intera cittadina dove Vittorio era conosciuto e ben voluto per il suo impegno e devozione verso il mondo della Chiesa cristiana, che nel 2017 lo ordinò diacono per mano del vescovo di Trivento, monsignor Domenico Scotti. Vittorio Lemme aveva 53 anni, lascia la moglie Luciana e il figlio Antonio, nonché un profondo vuoto per chi lo ha conosciuto apprezzando le sue doti di uomo semplice al servizio del clero.
«Un fratello caro, un fratello buono, disponibile, servizievole, attento. Di Vittorio conserveremo la sua eredità spirituale che lascia a tutti noi ed in particolare alla sua famiglia. L’amarezza del distacco è davvero tanta. È come un furto che repentinamente ci sottrae all’abbraccio dei nostri cari. Ma Vittorio, in qualità di diacono e cristiano, ha saputo incarnare perfettamente i valori di Gesù, servo di amore e di salvezza. Insegnamenti che porteremo con noi nella vita di tutti i giorni. Che tu possa vivere in Dio». Sono le toccanti parole del vescovo di Trivento, monsignor Claudio Palumbo durante l’omelia.
Il sapersi donare agli altri e seminare il bene sono stati i segni tangibili che hanno caratterizzato la sua esistenza terrena. Nei ritagli di tempo studiava teologia ed era iscritto alla Pontificia Università della Santa Croce in Roma. Il suo nome era legato alle celebrazioni e alla chiesetta campestre, tra i boschi di Pietrabbondante e Agnone, di Santa Lucia delle Poste, ricorrenza celebrata nell’ultima domenica di giugno che Vittorio ripristinò anni fa insieme ad un manipolo di collaboratori. A stringersi al dolore della famiglia i titolari e le maestranze della millenaria fonderia Marinelli, dove Vittorio lavorava mettendo in pratica gli insegnamenti del maestro campanaro Tonino Delli Quadri che circa 30 anni fa lo segnalò a don Pasquale Marinelli, capostipite dell’opificio agnonese.
«Da oggi nei laboratori della fonderia e nel nostro cuore ci sarà un posto dedicato a te, mitico Vittorio: uomo delle campane e dei campanili, discreto e disponibile, delicato nello spirito, potentissimo nella forza. In questo giorno tristissimo le campane da te rifinite ti salutano da tutto il mondo con rintocchi pieni di gratitudine per la tua passione ed il tuo talento. Suoneranno con la voce che tu gli hai donato, tanto forte da poterle sentirle e riconoscere. Attoniti, ti cercheremo nelle vibrazioni delle tue creature nell’aria e nel cielo» scrivono dalla fonderia. Anche sindaco Daniele Saia non ha voluto far mancare il suo pensiero nei confronti dell’amico d’infanzia con il quale è cresciuto nel rione di Sant’Antonio.
«Addio Vittorio, la tua scomparsa prematura ci lascia sconvolti – scrive Saia su facebook – Il tuo impegno a favore della comunità agnonese è stato costante e sincero. Di te serberò meravigliosi ricordi. Sei stato un amico fraterno con cui ho condiviso confidenze e avventure. Sempre insieme da piccoli, a servire messe o a suonare campane. Quante risate e quanta spensieratezza in quei giorni innocenti, eravamo inconsapevoli di cosa ci avrebbe riservato la vita». Tra i ricordi anche quello dell’ex vice vice-sindaco di Agnone, Linda Marcovecchio. «Ogni futuro rintocco di campana, negli eventi religiosi che scandiscono il vivere parrocchiale e comunitario, mi riporteranno a te, ai tuoi gesti, alla tua presenza silenziosa, fattiva, fraterna. Oggi diventiamo più soli. Spero avrai un erede che continuerà a far provare le sensazioni che ci donavi quando eri lassù, tra le tue campane, facendole suonare con maestria e amore». Da oggi Agnone sarà orfana di un interprete straordinario come Vittorio, che ha dedicato la propria vita a far vibrare le campane, voce degli angeli e simbolo perenne di memoria e tradizione. La sua presenza vivrà in ogni rintocco che non cesserà mai di riecheggiare nel tempo, a ricordare che le persone vivono per sempre nei gesti che ci lasciano e nelle passioni che ci ispirano. Ciao Vittò, che la terra ti sia lieve.

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