Con oltre 200 gol segnati dalla Serie A alla Serie D, numerose promozioni e un passato recente da direttore sportivo, Nicola D’Ottavio, classe 1959, resta un’icona indiscussa del calcio agnonese.
La sua carriera cominciò col botto: il 1° ottobre 1978, a soli 19 anni, esordì nella massima serie nazionale. Teatro dell’impresa fu il Bentegodi di Verona, gremito da 17mila spettatori per un Verona-Roma terminato 1-1, con reti di Calloni su rigore e Roberto Pruzzo. Per non perdere quel debutto storico, da Agnone partirono due pullman di tifosi.
Tra gli aneddoti più emozionanti di quella giornata, uno striscione esposto allo stadio che recitava: “Agnone saluta D’Ottavio”. Oggi, lo zingaro del gol – soprannome affibbiatogli in una celebre copertina del Guerin Sportivo – vive a Pescara. Tra famiglia e il nipotino, continua a seguire le vicende del suo paese natio grazie a una fitta rete di amicizie e al costante legame con le sorelle Memena, Viviana e il fratello Marco.
Sabato scorso, D’Ottavio è tornato ad Agnone per assistere alla tradizionale Grande Ndocciata, occasione perfetta per riflettere su una proposta che sta animando il dibattito locale: l’intitolazione dello stadio Civitelle a Nicola Bomba ed Elio Ciccorelli, scomparsi rispettivamente a luglio del 1993 e a novembre del 2016. D’Ottavio non nasconde il legame affettivo con Nicola Bomba, l’uomo che a soli 16 anni lo portò a Giulianova in Serie C. Fu lì che il giovane talento molisano si laureò campione d’Italia con gli Allievi nella stagione 1976-77, esordendo poi in prima squadra con un gol decisivo al Pisa del patron Luigi Rota. Da Giulianova, la sua carriera lo condusse a Verona, fortemente voluto da Saverio Garonzi, il presidente che rivoluzionò l’impiantistica sportiva italiana con il centro tecnico “Veronello”.
«Oltre all’amicizia personale e una miriade di aneddoti, credo fermamente che Bomba meriti questo riconoscimento per quanto ha fatto per i giovani, per i tanti sacrifici e la grande competenza offerta al calcio locale» – afferma D’Ottavio, che non dimentica di lodare anche Elio Ciccorelli. «Un dirigente esemplare, un galantuomo d’altri tempi, sempre disponibile per la causa».
D’Ottavio, protagonista indimenticabile del Campobasso che sfiorò la Serie A negli anni ‘80, sottolinea l’importanza di trasmettere alle nuove generazioni l’eredità di figure emblematiche come Bomba e Ciccorelli. «Spero che questa iniziativa venga raccolta da chi di dovere, affinché il loro impegno per il calcio agnonese non venga dimenticato».
Tra il serio e il faceto, l’ex bomber menziona anche Nicola Bucci, altra figura storica del calcio granata. «Con Bomba e Ciccorelli formava una triade formidabile. Per fortuna Bucci è ancora tra noi e gli auguro lunga vita… quindi avremo tempo per considerare anche il suo nome!» – scherza D’Ottavio.
La proposta di intitolare il “Civitelle” a Bomba e Ciccorelli trova insomma un testimonial d’eccezione. «Credo sia davvero arrivato il momento di ribattezzare lo stadio in loro onore», conclude.
Una carriera straordinaria e un attaccamento mai sopito alla sua terra: così parla Nicola D’Ottavio, il centravanti che ha scritto pagine memorabili del calcio italiano, capace in una notte magica al vecchio Romagnoli di piegare, con una perla di rara bellezza, perfino la Fiorentina Mundial targata Antognoni, Bertoni e Passarella.

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