Trent’anni fa, nella giornata di oggi, Agnone e l’Alto Molise ebbero il privilegio di ospitare il Papa, divenuto poi santo, Giovanni Paolo II. Per il trentennale della eccezionale visita, che ha riempito pagine di cronaca locali e nazionali e ancora riesce a smuovere le coscienze degli agnonesi, la Pontificia Fonderia Marinelli, in collaborazione con il Comune, ha ideato una giornata commemorativa e celebrativa.
Trenta rintocchi della “Campana del Giubileo” apriranno il pomeriggio dedicato alla memoria storica della visita del Pontefice, intorno alle ore 17.30 presso la sede della Fonderia. A seguire, la celebrazione di una messa presso la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, presieduta dal vicario generale della curia di Trivento, don Mario Fangio. Nel corso della solenne liturgia è previsto l’intervento e il saluto del sindaco della città di Agnone, Daniele Saia, e del presidente dell’Unione cristiana imprenditori e dirigenti della locale sezione, Gabriella Marinelli.
A margine del solenne pontificale la testimonianza della famiglia Marinelli, con i due co-titolari Armando e Pasquale Marinelli, che ripercorreranno i toccanti momenti della visita di Sua Santità presso le fucine e i laboratori della Fonderia e la fusione, alla presenza dell’allora Pontefice, della “Campana della Pace”. È prevista, inoltre, vista la ricorrenza liturgica di San Giuseppe con il titolo di artigiano, la premiazione dell’“Artigiano d’eccellenza di Agnone” e, in memoria del diacono Vittorio Lemme, recentemente scomparso, si terrà la consegna di una campanella commemorativa nelle mani della famiglia del compianto.
Infine, la distribuzione dei panini benedetti prodotti dal panificio di Mario Porrone, «in ricordo di quelli che Vittorio Lemme era solito ordinare in qualità di diacono in occasione delle varie ricorrenze religiose», spiegano gli organizzatori.
«Trenta rintocchi della Campana del Giubileo alle ore 17.30 ricorderanno la storica e indimenticabile visita di Papa Wojtyla nella Pontificia Fonderia Marinelli – rimarcano dalla sede dello storico opificio artistico agnonese – Sua Santità, accompagnato dal Prefetto Enrico Marinelli, fu accolto nel 1995 con profonda devozione e gioia da Pasquale Marinelli, dai nipoti Armando e Pasqualino, dalle figlie Gioconda e Gabriella, da tutta la famiglia e dalle maestranze, per assistere alla colata della Campana della Pace e benedirla. Nell’ambito delle celebrazioni della solennità di San Giuseppe, alle ore 18 la santa messa nella chiesa di Santa Maria di Costantinopoli celebrata dal vicario generale don Mario Fangio. Appena dopo, il Comune di Agnone nella persona del sindaco Daniele Saia, l’Ucid Unione cristiana imprenditori dirigenti nella persona del presidente Gabriella Marinelli, ricorderanno, insieme ad Armando e Pasquale Marinelli, la visita del Pontefice in Agnone e presso la Fonderia. In onore di San Giuseppe artigiano sarà conferito un premio quale “Artigiano di eccellenza di Agnone” in memoria di Vittorio Lemme, diacono e maestro campanaro deceduto in giovane età. Alla famiglia verrà consegnata una campanella e sempre in suo ricordo verranno distribuiti panini benedetti prodotti da Mario Porrone».
«Aver ospitato un Santo nella propria, umile dimora, è stata la gratificazione più elevata e commovente che i Marinelli abbiano ottenuto nella storia millenaria della loro famiglia – hanno spesso sottolineano i titolari dell’antico opificio –. Una emozione sognata ed inattesa, immensa e rievocata con stupore persistente. Anni prima si era favoleggiato di una visita di papa Wojtyla in Agnone. Il Prefetto Enrico Marinelli, responsabile della sicurezza del Papa, ne aveva, poi, sussurrato con estrema discrezione la possibilità – aggiungono commossi oggi i fratelli Armando e Pasquale Marinelli –. In effetti il programma non fu dichiarato mai definitivo dal Vaticano perché qualsivoglia imprevisto avrebbe compromesso il viaggio vanificando aspettative e preparativi. E invece, in quel gelido pomeriggio, nel giorno in cui insieme a San Giuseppe si festeggiano tutti gli artigiani, il Pontefice scelse di varcare la soglia dell’officina più antica del mondo dove estro e capacità infinita del cuore, della mente e delle mani dell’uomo, creano strumenti sacri, forieri della voce di Dio. A riguardo indimenticabili e già scolpite nella storia le parole che il Papa pronunciò: “Ognuno di noi porta in sé una campana molto sensibile, questa campana si chiama cuore, questo cuore suona e spero che suoni sempre delle belle melodie”».