Ad Agnone si respira di nuovo aria di protesta per la tutela dell’ospedale San Francesco Caracciolo. I provvedimenti annunciati nel recente piano operativo del commissario ad acta Paolo Frattura hanno destato profonda disapprovazione nella cittadina altomolisana. Scompare la chirurgia, chiude la farmacia ospedaliera e il laboratorio analisi. Ne resta solo un punto prelievo per pazienti ambulatoriali. Si parla di “predisporre dotazione di personale, di investimenti per le eventuali ristrutturazioni e attrezzature per lungodegenza e riabilitazione”, di day service e day surgery, di punto di primo soccorso con autoambulanza medicalizzata del servizio di 118. In termini pratici, quanto delineato risulta però peggio di quanto veniva annunciato nel contestato piano Basso-Rosato. E dell’accordo di confine con la Regione Abruzzo di cui aveva parlato il governatore molisano sembra non esserci più traccia. C’è chi parla di “tradimento” e l’atmosfera è tesissima. Si accusa l’amministrazione Carosella di non aver saputo fronteggiare il problema in modo più incisivo. L’ex vicesindaco Nunzia Zarlenga ha chiesto provocatoriamente le dimissioni di tutti i sindaci. E in città circola notizia della preparazione ad un referendum per staccare l’Alto Molise dalla Regione e chiedere l’annessione al vicino Abruzzo.
Oggi pomeriggio, alle 17.00, negli spazi del municipio agnonese si svolgerà una riunione tra l’amministrazione comunale, che ha organizzato l’incontro, i comitati civici, operatori sanitari e associazioni, per discutere sull’argomento. Tra le ipotesi, la riproposta del ricorso al Tar o altre soluzioni alternative. Tra queste, la possibilità di puntare al progetto prototipo sulle aree interne. Non sono escluse, però, eclatanti forme di protesta. I comitati civici e i più assidui difensori della sanità altomolisana sono sul piede di guerra.