La chiusura della chirurgia dell’ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone, causata dalla necessità di svolgere lavori all’impianto di condizionamento delle sale operatorie, ha messo in allarme sanitari, comitati civici che seguono da anni le vicende sui tagli alla sanità alto molisana, e gli amministratori. Dopo il caos della settimana appena conclusa circa le incertezze sulle modalità e la tempistica necessaria per il ripristino delle sale operatorie – la promessa dell’unità-tecnico manutentiva è che tra meno di 10 giorni saranno messi a punto due progetti sulla questione -, sono arrivati in ospedale altri provvedimenti “a catena” in merito alla riduzione di alcuni servizi, collegati in qualche modo all’attività chirurgica. Sabato si sono incontrati il vicesindaco Maurizio Cacciavillani, Franco Di Nucci del comitato Articolo 32, Enrica Sciullo de Il Cittadino c’è, il responsabile pastorale per la sanità della diocesi di Trivento don Francesco Martino e i medici primari e responsabili dei servizi del Caracciolo. Dall’incontro è emerso che sarebbe stata sospesa la pronta disponibilità per i turni dei medici di guardia al pronto soccorso e anestesisti. Notizia che potrebbe compromettere il buon funzionamento dell’emergenza. Il dottore Paolantonio, responsabile dell’anestesia, avrebbe garantito la presenza dell’anestesista in servizio H24, ma spetta alla direzione sanitaria dell’Asrem decidere. “Se manca l’anestesista in ospedale, non si può garantire l’emergenza in pronto soccorso, la rianimazione nei reparti ospedalieri e gli interventi salva-vita”, ci spiegano dal presidio sanitario. A quanto risulta ai ben informati, fino al 9 febbraio tutti i medici della radiologia dovranno svolgere la pronta disponibilità all’ospedale di Isernia. “Significa – ci spiegano – che la radiologia di Agnone funzionerà solo dalle 8.00 alle 14.00”. A ciò si aggiungono le disposizioni giunte dal responsabile del servizio del 118, le quali indicano di non trasportare al pronto soccorso di Agnone casi chirurgici e radiologici, ma indirizzarli al nosocomio pentro. Per la chirurgia – ci informano dal Caracciolo – non è più possibile, almeno fino a quando le sale operatorie non torneranno funzionanti, ricoverare in regime ordinario, né effettuare day surgery. I pazienti ricoverati dovranno essere progressivamente dimessi. In seguito dovrebbero essere garantite solo le attività ambulatoriali, chirurgiche ed endoscopiche-diagnostiche. I chirurghi, da quanto riferito, saranno chiamati a coprire i turni notturni di pronto soccorso. A seguito di ciò, molti dei sanitari hanno fatto intendere che i provvedimenti ricevuti con la chiusura “momentanea” della chirurgia sono esagerati. “La situazione ci appare grave – ci spiegano – e tali indicazioni non sembrano corrispondere a quanto concordato tra i vertici Asrem e il Comune, nella visita dei direttori dell’azienda sanitaria del 15 gennaio”. Giorno in cui l’Asrem ha promesso un potenziamento dei servizi dell’ospedale. Insomma, nonostante le rassicurazioni del direttore generale Mauro Pirazzoli, ad Agnone non c’è fiducia su quanto accadrà. Intanto, ci dicono dall’ospedale, che il funzionamento del pronto soccorso per adesso sarà garantito. Ma non è escluso, visto i disagi che crea la stagione invernale alla viabilità, che si ricorra al prefetto di Isernia per chiedere alla protezione civile di allestire una sala operatoria da campo, in attesa del ripristino dei locali dell’ospedale agnonese.