Una riunione è stata convocata ieri pomeriggio dalla giunta comunale guidata da Michele Carosella con i comitati civici e rappresentanti del personale sanitario dell’ospedale San Francesco Caracciolo. Per oggi pomeriggio era stata invece organizzata una conferenza stampa, con invito esteso a tutti i sindaci del territorio alto molisano e dell’alto vastese, associazioni, medici e cittadini, allo scopo di fare chiarezza sulla situazione del presidio ospedaliero Caracciolo – in merito alle vicende legate alla chiusura della chirurgia e alla riduzione dei servizi – e proporre alternative per evitare disagi e situazioni di nella struttura. Ma dopo i contatti intercorsi ieri mattina tra il presidente della Regione Paolo Frattura e il sindaco, la giunta ha deciso di rinviare l’incontro a venerdì. Il 6 febbraio dunque, il commissario ad acta alla sanità Frattura si presenterà ad Agnone, accompagnato dai vertici Asrem, allo scopo di incontrare i medici e gli amministratori altomolisani. L’appuntamento è per venerdì a mezzogiorno. E non è escluso che un gruppo di cittadini si raccolga davanti all’ospedale per protestare, come lasciano intendere alcuni post pubblicati sui social network.
Intanto i comitati Il Cittadino c’è e Articolo 32 hanno convocato per domani pomeriggio, 5 febbraio, alle 18.00 negli spazi dell’oratorio Giovanni Paolo II un incontro aperto al pubblico per discutere della situazione.
Ieri mattina un nuovo provvedimento dell’Asrem ha sancito la sospensione momentanea del servizio degli anestesisti e rianimatori, che segue alla chiusura delle sale operatorie e al blocco della chirurgia nell’ospedale San Francesco Caracciolo ormai da circa tre settimane. E già ieri mattina, in mancanza di rianimatore, è accaduto che un paziente abbia avuto delle gravi complicazioni di salute, tanto da richiedere la terapia intensiva. Il dirigente medico, direttore dell’unità operativa complessa di medicina di Agnone Giovanni Di Nucci ha dovuto predisporre il trasferimento immediato del paziente, incontrando non poche difficoltà. Su nove ospedali con rianimazione contattati nessuno ha dato l’ok per accogliere il caso. La vicenda del paziente con urgente bisogno di terapia intensiva è stata poi risolta, ma si è rivelata tutta la caducità di un sistema che può diventare pericoloso. Come ci spiegano i sanitari, “le sale operatorie dell’ospedale sono state chiuse non pensando alle necessità dei reparti di degenza, a cui la sicurezza nonostante tutto va assicurata”. Ieri mattina sono cominciati i lavori per risistemare la pavimentazione di una delle due sale operatorie.
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