Circa cento tassisti per lo più originari dell’Alto Molise e dell’Alto Vastese a bordo di più di 50 taxi sono partiti sabato mattina da Roma per raggiungere Agnone e protestare a sostegno dell’ospedale San Francesco Caracciolo. Una protesta silenziosa e composta, ma con un messaggio chiaro, impresso sulle magliette bianche che ogni protagonista della singolare sfilata ha indossato: “Lasciateci vivere”. Nella frazione di Villacanale la prima tappa. Qui, don Francesco Martino, responsabile pastorale per la sanità della diocesi di Trivento, ha benedetto il corteo bianco decorato da bandiere e da manifesti, ringraziando i tassisti per la loro iniziativa e sottolineando che “non sono solo quattro gatti a difendere l’ospedale, ma ci sono tante persone che dimostrano di avere un attaccamento per la propria terra e per il diritto alla salute”. Dopo il taglio del nastro è partita la sfilata: i taxi sono entrati in silenzio nel cortile del Caracciolo, dove ad accoglierli c’erano medici e personale sanitario, ed hanno attraversato il centro cittadino per poi fermarsi in piazza dell’Unità d’Italia, dove è stato allestito il palco.
I tassisti a difesa delle aree interne.
“Vogliamo far sentire la nostra voce – ci dicono alcuni tassisti in piazza – affinché l’ospedale non sia chiuso né declassato. Ci auguriamo che la nostra partecipazione porti ad un risvolto positivo. I nostri familiari che vivono qui temono per il completo abbandono del territorio”. “Non esistiamo se non c’è una rete – dice Enrica Sciullo de Il Cittadino c’è – ma se non difendiamo ciò che abbiamo siamo gli ultimi degli ultimi. Ci sono problemi per la sanità anche in altri centri, ma qui tutto è vissuto in modo più drammatico, perché oltre al Caracciolo non ci sono altre alternative”.
L’inno nazionale richiama le attenzioni sul palco. La piazza si riempie di gente. In prima fila, con la fascia tricolore, si accomodano i sindaci di Agnone, Belmonte del Sannio, Poggio Sannita, Schiavi d’Abruzzo, Castiglione Messer Marino, Pescopennataro e il vescovo della Diocesi di Trivento Domenico Scotti, sostenitore dell’iniziativa. Il primo a dare il benvenuto ai tassisti è Michele Carosella, che ringrazia commosso per la partecipazione. “Ho stentato a trattenere le lacrime – esordisce il primo cittadino agnonese – perché ho visto solidarietà autentica e profonda. È la dimostrazione di un popolo che ha ritrovato il legame tra gli antichi avi e le nuove generazioni. Si rinsalda il rapporto per una grande battaglia che possiamo vincere, e quando lo faremo diremo grazie anche ai tassisti di Roma”.
Il 16 agosto un’altra manifestazione per il Caracciolo.
Carosella ricorda il documento condiviso da 23 sindaci del territorio alto molisano e abruzzese per il riconoscimento di area disagiata, per poi lasciare la parola a Tonino Li Sciappoli, uno dei promotori del corteo dei taxi con Arnaldo Sabelli: “Conosciamo nel dettaglio i tempi di percorrenza e sappiamo benissimo che con la viabilità che c’è in Alto Molise e le intemperie risulta difficile raggiungere in tempi utili un’altra struttura. Il gruppo tassisti di Roma per il territorio e per l’ospedale interregionale si augura che il Caracciolo venga potenziato”. E rilancia l’appuntamento del 16 agosto, nel quale si terrà un’altra manifestazione, stavolta con auto d’epoca, per dare di nuovo voce all’esigenza di sanità dell’area di confine. A dare manforte è il tassista Franco Amicone di Schiavi d’Abruzzo che sottolinea la vicinanza dei tassisti agli amministratori nella lotta, “da fare a denti stretti”. “A Roma siamo 8mila tassisti – aggiunge – e siamo vicini a voi, perché gli ospedali si aprono, non si chiudono”.
Sciulli attacca sindaci e PD, Carosella infuriato se ne va.
A rompere la calma è Pompilio Sciulli, presidente Anci Molise e sindaco di Pescopennataro. Ripete, come ha già fatto in altre occasioni, che “Agnone deve essere considerata la capitale dell’Alto Molise” e si scaglia contro i sindaci alto molisani (assenti nell’occasione): “Non si può costruire un polo scolastico a Carovilli, quando ad Agnone ci sono altre strutture. Forse gli altri sindaci non si preoccupano di questo territorio, perché magari hanno altri interessi”. Poi, nel parlare di sanità, ci va giù duro: “La questione è tutta politica, non me ne vogliano i rappresentanti del PD, ma come è stato riconosciuto l’ospedale di area disagiata ad Acquapendente, perché non può essere riconosciuto anche qui. La colpa è della classe politica che ci governa”. L’accusa al PD, di cui gli amministratori di maggioranza del Comune di Agnone sono rappresentanti, ha mandato su tutte le furie il sindaco Michele Carosella e il vice Maurizio Cacciavillani. Il primo cittadino, seduto accanto al vescovo, si alza indignato e se ne va. Cacciavillani insorge tra la folla gridando verso Sciulli, che è ancora sul palco: “Tu per l’ospedale di Agnone non hai fatto nulla. E per farti firmare il documento condiviso dai sindaci siamo dovuti venire noi a Pescopennataro”. Poi, quando tocca a lui parlare sul palco aggiunge rivolgendosi di nuovo a Pompilio Sciulli: “Far finta che il Comune di Agnone sia rimasto esterno alla questione sanità è davvero fuori luogo. L’obiettivo è difendere l’ospedale e non la visibilità politica”. E ripercorre le ultime vicende che hanno contraddistinto la storia recente del presidio sanitario: il documento dei sindaci, il coinvolgimento dei parlamentari molisani e abruzzesi, l’interrogazione parlamentare di Danilo Leva e Maria Amato, l’incontro tra gli amministratori agnonesi e i rappresentanti dei comitati civici a Roma con il sottosegretario alla sanità Vito De Filippo. “Come Comune abbiamo fatto un ricorso al Tar contro il presidente della Regione Frattura che è del nostro stesso partito, cosa che sindaci come Sciulli non hanno fatto anni fa contro la giunta Iorio di centrodestra. Non avete mosso un dito quando hanno tolto le culle dal punto nascite del Caracciolo”.
La testimonianza di Borrelli salvato dal Caracciolo.
Tra gli interventi, molto sentito è quello di Errico Borrelli sindaco di Belmonte del Sannio che racconta per la prima volta in pubblico un’esperienza personale: “Ad ottobre ho avuto un infarto. Se non ci fosse stato l’ospedale Caracciolo non sarei qui a parlarvi. Dobbiamo avere coraggio e vincere questa battaglia”.
Accordi di confine.
Il primo cittadino di Schiavi d’Abruzzo Luciano Piluso sottolinea l’importanza degli accordi di confine tra Molise e Abruzzo, precisando che Agnone è l’unico centro sanitario per l’Alto Vastese, perché gli ospedali di Atessa e di Vasto sono troppo lontani.
Il Vescovo richiama al dovere la classe politica.
A concludere la manifestazione è il vescovo Domenico Scotti, che ribadisce la vicinanza della Chiesa alle aree periferiche: “Da tempo denunciamo e richiamiamo al dovere la classe politica. L’ultima azione è un documento inviato a chi ci governa su più livelli, affinché intervenga concretamente per la salvaguardia di servizi fondamentali come sanità, scuola e trasporti”.