Una bravata, un atto vandalico, un banale scempio da imbrattatori o qualcosa di più ideologico, un inneggiare ad esempio «al suprematismo russo e alla guerra». Si indaga sulla comparsa di un simbolo, la lettera “Z” appunto, su un muro di sostegno a margine della carreggiata della provinciale che da Agnone conduce verso Capracotta e l’altissimo Molise. La foto-notizia, postata in rete da un giovane e promettente cronista agnonese sensibile alla crisi internazionale in atto alle porte dell’Europa dell’Est, scatena la reazione dei commentatori seriali sui social. Per la quasi totalità si tratta di una burla, molti hanno ipotizzato un riferimento esplicito al simpatico segno di Zorro, l’eroico giustiziere mascherato la cui presenza farebbe anche comodo in Alto Molise, ma alcuni si mostrano preoccupati per la comparsa di un simbolo che è diventato organico e funzionale alla propaganda di Putin.
A commentare l’episodio in via ufficiale è la consigliere comunale di maggioranza del Comune di Agnone, Michela Cerbaso. «L’offensiva russa in Ucraina è al 58esimo giorno e noi sembriamo ormai abituati alle immagini di morte e devastazione che porta con sé un conflitto» esordisce l’esponente della sinistra Dem di Agnone. «La lettera “Z” è diventata un simbolo di appoggio all’esercito russo che si è diffuso nel mondo dall’inizio del conflitto, inneggiando al suprematismo russo e alla guerra come mezzo di affermazione. La comparsa di tale simbolo anche sul nostro territorio – ammette la consigliere comunale – è motivo di imbarazzo e di riflessione. Anche nella migliore ipotesi, di una semplice azione goliardica, chiediamoci se questo non sia un segnale di una spaventosa normalizzazione dell’uso delle armi, delle minacce e della distruzione fra popoli».
Sin dal primo momento l’amministrazione guidata da Saia di cui fa parte ovviamente anche la consigliere Cerbaso ha manifestato piena solidarietà al popolo ucraino.
«La guerra in Ucraina – ha commentato solo qualche giorno fa il sindaco Saia – stronca, cancella, distrugge. Si porta via convinzioni consolidate di questa parte di mondo occidentale che aveva costruito un sistema diplomatico di risoluzione delle controversie. La guerra porta via la fratellanza fra gli uomini, l’unione. E quindi, nel riflettere su questi momenti, ognuno di noi ha il compito di riscoprire in sé la strada della condivisione, dell’aiuto al prossimo. Per fare di questa Pasqua una giornata non solo di prossimità, ma di vicinanza; non solo di supporto, ma di sostegno».
«Noi, eredi di un sistema democratico costruito sul sangue dei due conflitti mondiali – riprende la giovanissima consigliere comunale di Agnone -, non possiamo permettere che ciò accada. Trovo che sia fondamentale il ruolo della scuola, delle istituzioni e di ognuno di noi poiché solo una salda cultura dei valori democratici e della Pace può fare da argine alla dialettica della guerra».

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