Servizi di mensa e portineria negli ospedali di Isernia, Venafro e Agnone assegnati negli ultimi vent’anni senza una regolare gara d’appalto. La denuncia del capogruppo di 5 stelle a Palazzo D’Aimmo ha avuto una evidenza nazionale su Il Fatto, quotidiano diretto da Marco Travaglio, ma il dossier è già sul tavolo dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione. A riprova di quanto va dicendo, l’esponente pentastellato mostra alcuni contratti sottoscritti addirittura con la Olivetti 82. Ma andiamo per ordine, iniziando dal Veneziale di Isernia. È il 3 ottobre 1994 quando la vecchia Asl di Isernia Venafro sottoscrivere il contratto per il servizio di pulizia con la ditta Team Services. Ma il contratto in questione – annota Greco – non cita né prezzo né durata.
«Dalle evidenze contabili siamo risaliti al costo annuale che si aggirava sui 565mila euro per Venafro (pari a 47mila euro mensili) e 673mila euro per Isernia (53mila euro al mese) – spiega il consigliere regionale – A gennaio di quest’anno, un appalto gestito dalla Consip (la centrale acquisti della pubblica amministrazione, ndr) ha messo la parola fine all’affidamento diretto del servizio di pulizie in tutti gli ospedali molisani, compresi questi due. Restano però in piedi i vecchi contratti per gli altri servizi, come la mensa».
Ed è qui che affiorano altre stranezze, commenta il giornalista del Fatto. Perché stando a quanto denuncia Greco «a Isernia e Venafro, il servizio mensa è stato affidato al Consorzio nazionale servizi, la stessa cooperativa che si occupa delle pulizie a Campobasso, Termoli e Larino. Ancora una volta si è proceduto con l’estensione di un vecchio contratto, senza gara d’appalto a evidenza pubblica. Nonostante le richieste, non ci hanno fornito quel contratto. L’unico a nostra disposizione è datato 1999 e prevedeva un rimborso per singolo pasto di 9.000 lire. Secondo i nostri calcoli, la spesa complessiva si aggira tra 70mila e 100mila euro l’anno per Venafro e 6-700mila euro per Isernia. Chiaramente, le cifre variano a seconda del numero di degenti».
Infine l’ospedale Caracciolo di Agnone. Qui il servizio pulizie è stato affidato, nel 2009, alla cooperativa “Tre Stelle”. Il contratto aveva la durata di 12 mesi poi rinnovato di un altro anno ancora. Ne sono passati più di dieci e a gestire le pulizie è sempre le stessa coop e in assenza di proroghe. Ma il costo del servizio è raddoppiato passando dai 217mila euro del 2009 ai 412mila euro del 2017. Nonostante l’appalto Consip che ha rivoluzionato il servizio di pulizia in tutti gli ospedali molisani, solo il Caracciolo ha mantenuto – per ora – l’affidamento diretto ai privati, grazie al ricorso della cooperativa che ha ottenuto una sospensiva dal Tribunale amministrativo regionale. «Situazione molto simile, se non uguale, negli altri ospedali di Campobasso, Termoli e Larino. In particolare, al San Timoteo di Termoli e al Vietri di Larino a distanza di 15 anni i costi per le pulizie sono lievitati fino ad un totale di 1.866.673 euro l’anno. Un aumento del 338%, senza atti ufficiali che giustifichino gli aumenti. Ancora una volta senza gara» chiosa Greco.
Chiamato in causa, il direttore dell’Asrem ammette che siamo di fronte ad una ‘pratica’ non propriamente consona trattandosi di una amministrazione pubblica. Ma dice anche di essere sulla buona strada per chiudere questa pagina a dir poco imbarazzante per la sanità molisana commissariata dal 2009. «Parlo con i fatti – spiega Florenzano al Fatto -. Ho affidato le pulizie dell’azienda tramite Consip, risolvendo una questione vecchia di vent’anni. Sul servizio di ristorazione stiamo facendo la stessa cosa. Qui succedeva che veniva deliberata la gara e venivano inviati gli atti alla centrale unica di committenza. Dopo di che gli anni passavano, non veniva espletata la gara e chi mi ha proceduto prorogava questi appalti. Al mio arrivo nel 2020 abbiamo cercato di affrontare queste questioni, attivandoci già su servizi come manutenzioni e altri grandi appalti che da anni andavano in regime di proroga. Ci tengo a precisare che sulle manutenzioni abbiamo realizzato in cinque anni, con l’adesione a Consip, un risparmio di 15 milioni di euro per le casse dell’Asrem».