Il caso del pediatra dell’alto Molise che va in pensione e non sarà rimpiazzato, almeno nell’immediato, approda sulla stampa nazionale. Varie le testate giornalistiche e le redazioni tv e web che si sono interessate alle vicenda. Tra queste il quotidiano della Conferenza episcopale italiana, “Avvenire”, con un articolo curato da Igor Traboni, giornalista non nuovo a “incursioni” in alto Molise. Tra i passaggi salienti del pezzo l’intervento di don Alberto Conti, direttore della Caritas diocesana di Trivento, il quale sottolinea la rassegnazione di una comunità, quella non solo agnonese, ma più in generale di coloro che vivono in alto Molise e alto Vastese, che vede privarsi dei più elementari diritti, come quello alle cure mediche appunto, senza battere ciglio.
«Nel paese delle campane, la Marinelli è la più antica fonderia al mondo e vanta il privilegio di poter usare lo stemma pontificio per i suoi prodotti, i rintocchi a morto per la sanità si sentono non solo in questo borgo di 4.700 abitanti, ma in tutta una vasta zona che tocca le province di Isernia, Campobasso, L’Aquila e Chieti, tra Molise e Abruzzo» scrive “Avvenire”, il quotidiano dei vescovi italiani. «Sono due mesi che noi abbiamo preso a tambureggiare su questo problema, con una campagna di stampa ininterrotta, ma finora non è arrivata alcuna risposta istituzionale», racconta ad “Avvenire” Francesco Bottone, caporedattore dell’Eco Alto Molise, testata online diretta da Maurizio d’Ottavio che, secondo Traboni, «fa del buon giornalismo “di frontiera” che qui vuol dire anche confini, comunque allargati a tutta la zona abruzzese di Vasto». Interessante il passaggio con le dichiarazioni di don Alberto Conti, «direttore della Caritas diocesana di Trivento che tra le sue tante battaglie – a iniziare da quella contro lo spopolamento – sta conducendo da tempo proprio quella contro lo sfascio della sanità pubblica, compresa una fiaccolata silenziosa per impedire la chiusura dell’ospedale di Agnone». «Ma qui – aggiunge sconsolato don Conti su “Avvenire” – va sempre peggio: molti paesi non hanno più neppure un ambulatorio e il medico condotto devi rincorrerlo per i vari borghi, a seconda dei giorni della settimana. Per tanti anziani, che spesso hanno bisogno di una ricetta o di una semplice pacca sulla spalla da parte del dottore, è un dramma. Da noi, per esempio, c’è ancora la farmacia, ma solo per il buon cuore del farmacista che ha deciso di rimandare la pensione, poi probabilmente non verrà più nessuno. E quel che è peggio è che, dopo tante proteste e lotte per difendere l’ospedale, la gente ora è rassegnata al peggio».