Non si placano le polemiche innescate dall’esito insolito del concorso bandito dal Comune di Belmonte del Sannio per l’assunzione di un dipendente da destinare all’ufficio anagrafe. E potrebbero esserci anche strascichi in altre sedi, dal Tar Molise fino addirittura alla Corte dei Conti, visto che alcuni dei candidati hanno presentato una istanza di annullamento della seconda prova scritta. La particolarità da cui si parte è che tutti i candidati, una dozzina, sono stati bocciati dalla commissione presieduta da Fulvia Ricci. Non ci stanno, però, i partecipanti al concorso, a passare come coloro che non sanno nulla, i “somari” della classe. Pare infatti che alla base della bocciatura in massa ci sia stata una clamorosa difformità tra quanto previsto dal bando di concorso in relazione alle materie d’esame e le domande poi effettivamente poste dalla commissione esaminatrice. Nell’istanza di annullamento del concorso, infatti, i sottoscrittori precisano che «sia le domande della busta estratta che quelle delle buste non estratte riguardavano materie non previste nel bando di concorso così approvato con determina n. 47 del 13.10.2023». Leggendo il bando, al punto “Programma e prove d’esame”, vengono individuate le materie oggetto delle prove: diritto costituzionale e diritto amministrativo; legislazione sulle autonomie locali, sul procedimento amministrativo e sul diritto di accesso ai documenti amministrativi, sulla trasparenza e norme anticorruzione; diritti, doveri e responsabilità dei dipendenti pubblici, Codice di Comportamento, disposizioni in materia di pubblico impiego (D.Lgs. n. 165/2001). «In sede di espletamento della seconda prova scritta, – si legge sulla richiesta di annullamento – due delle domande della traccia estratta e quattro di quelle non estratte, riguardavano materie relative ad Anagrafe, Stato Civile, Servizi Elettorali, Codice dell’Amministrazione Digitale e Codice della Privacy, materie non previste dal programma d’esame». Riassumendo: i candidati si sono preparati su alcune materie, quelle elencate dal bando di concorso, mentre sono stati interrogati su ben altri argomenti. Inevitabile la debacle e la bocciatura in massa. «Pertanto, – continuano i candidati – per quanto premesso e anche in virtù della sentenza n. 3724/2022 Tar Lazio, Sezione II, “annullamento della prova scritta del concorso indetto dall’Agenzia delle Dogane per materie non previste dal bando”, si chiede l’annullamento in autotutela della prova sostenuta in data 19 aprile 2024 e la convocazione di una nuova data per sostenere la prova sulle materie previste dal programma d’esame e secondo le modalità stabilite nella comunicazione di convocazione dei candidati Vostro prot. n. 578». Il sindaco Borrelli dovrà ora decidere cosa fare, se accettare l’istanza di annullamento della prova e riconvocare i candidati oppure far finta di nulla, esponendosi però ad un quasi certo ricorso al Tar o addirittura alla Corte dei Conti, perché il Comune, proprio nei giorni scorsi, ha già saldato le spettanze alla commissione e alla ditta esterna incaricata di gestire le fasi concorsuali, una spesa di circa dodicimila euro. E i guai non sono finiti qui per Errico Borrelli, perché il “pasticcio” si allarga e va a scomodare addirittura il codice della privacy. Sul sito del Comune, infatti, sono stati pubblicati gli esiti delle prove d’esame con accanto non solo il nome e il cognome del candidato, al posto del codice alfanumerico generato all’atto dell’iscrizione, ma addirittura la data di nascita, rendendo univocamente identificabili gli stessi. Il tutto, appunto, in violazione delle norme che prevedono, in questi casi, l’anonimato fino alla prova orale e quindi esponendo l’ente a eventuali azioni di tutela e risarcitorie presso il Garante della Privacy. Che qualcosa sia andato storto, a Belmonte del Sannio, in relazione a quel concorso, appare del tutto evidente. Basti considerare che alcuni dei candidati partecipanti, definiti dal consigliere di minoranza Tonino Paglione «scandalosi e impreparati», sono già risultati idonei nelle graduatorie di altri Comuni, mentre sono stati sonoramente bocciati nel piccolo centro dell’Alto Molise. Tra l’altro, seguendo il consiglio di Paglione che suggeriva appunto di non ripetere il concorso, ma di attingere alle graduatorie di altri enti, a breve si potrebbe verificare il paradosso di un candidato chiamato ad assumere l’incarico a Belmonte pur essendo stato bocciato proprio al concorso indetto sul posto.

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