Ha attraversato il viadotto a piedi la sindaca di Castiglione Messer Marino, Silvana Di Palma, deliberatamente in violazione dell’ordinanza di divieto di transito, che vale anche per i pedoni, per lanciare un segnale forte e deciso all’attenzione della politica. Il territorio ha bisogno di mobilità, di strutture viarie e di quella infrastruttura in particolare, perché altrimenti l’isolamento economico, sociale e culturale darà il colpo di grazia alle aree interne di cui tanto si parla, ma per le quali poco o nulla si fa. L’amministratrice abruzzese ha deciso di partecipare così, quasi provocatoriamente con la sua passeggiata “sovversiva” da una sponda all’altra, alla conferenza stampa di consegna dei lavori del primo lotto del ponte “Longo”, quello sul Sente, che collega appunto l’Abruzzo e il Molise. L’assessore regionale Michele Marone, insieme al presidente della Provincia di Isernia, Daniele Saia, e ai vertici dell’Anas, a cominciare dal capo compartimento Antonio Marasco, hanno tenuto, sul lato molisano del viadotto chiuso al traffico da sei anni, un incontro con gli operatori della stampa e soprattutto con la ditta romana “Valori Scarl” al quale è stato affidato il cantiere del primo lotto dei lavori finalizzati alla messa in sicurezza della struttura. In un clima di entusiasmo e lustrini per i politici presenti, a ricondurre tutti con i piedi per terra ci ha pensato l’ingegnere Marasco, numero uno dell’Anas territoriale per l’Abruzzo e il Molise.
«Questi lavori che appaltiamo oggi, affidandoli alla ditta esecutrice, non consentiranno la riapertura del viadotto, nemmeno a senso unico alternato». Chiaro e diretto l’ingegnere Marasco. Sul piatto ci sono, ad oggi, “solo” nove milioni di euro, che consentono di avviare i cantieri e i lavori, ma non saranno sufficienti per la completa messa in sicurezza del viadotto “Longo”. Questo primo lotto di interventi riguarderà il consolidamento della famosa pila numero sette, quella che ha subito una rototraslazione a causa del terreno franoso sulla quale è stata costruita, il consolidamento del pozzo di fondazione con una struttura a micropali e la sistemazione delle pile uno, due e tre, con la contestuale sostituzione degli appoggi dell’impalcato in calcestruzzo. Da ieri mattina, dunque, decorrono i tempi di riconsegna dei lavori, ma intanto la politica, come confermato dallo stesso Marone, è impegnata nel reperimento di altri fondi, si è parlato di almeno sei milioni di euro aggiuntivi, che consentiranno di completare gli interventi e quindi di riaprire, chissà quando, il viadotto al traffico veicolare.
«La consegna dei lavori è l’atto formale con cui viene consegnato l’appalto alla ditta esecutrice. – ha aggiunto Marasco – Entriamo quindi nella fase realizzativa e da questo momento entra in gioco l’appaltatore, cioè la figura fondamentale che dovrà realizzare i lavori. Gli interventi di questo primo lotto non consentiranno la riapertura del viadotto, questo deve essere chiaro, ma lo andiamo ripetendo da tempo. E’ questa una fase indispensabile e propedeutica, ma contemporaneamente stiamo portando avanti le altre fasi progettuali che porteranno alla riapertura della struttura. Sono lavori complessi, perché si interviene su pile molto alte, che andranno avanti per almeno dodici mesi, forse anche qualcosa in più. Confidiamo nella proattività della ditta appaltatrice. Una stima complessiva sui costi non si può fare adesso, ma solo quando sarà conclusa l’intera fase progettuale». Insomma, questo dice Marasco tra le righe, forse nemmeno i sei milioni di euro aggiuntivi di cui parlano Saia e Marone saranno sufficienti. L’assessore regionale e consigliere giuridico del Ministro Salvini parla di «giornata storica»: «Siamo riusciti a trovare i fondi necessari a dare l’avvio ai lavori di questo primo lotto di interventi. L’obiettivo ultimo è la riapertura di questa arteria di collegamento tra due regioni e due territori, con tutto ciò che questo significa anche in termini sociali ed economici per le due realtà al di qua e al di là del viadotto».
«Al di là delle parole e delle polemiche, – ha aggiunto il consigliere provinciale Vincenzo Scarano – penso che la politica abbia fatto il suo dovere, trovando i fondi per il primo lotto, contro lo scetticismo e anche l’ostruzionismo da parte di qualcuno». «È una bella giornata sicuramente, quella della consegna dell’appalto alla ditta esecutrice, – ha puntualizzato il presidente della Provincia di Isernia, Daniele Saia – che diventerà una giornata storica solo quando potranno tornare transitare i veicoli su questo viadotto. Tutti gli attori politici e istituzionali, da tempo, stanno lavorando in questa direzione, andando anche oltre, cioè progettando sin da ora lo sbocco sul Sangro, passando appunto per il viadotto “Longo”. Questo ponte, sia fisicamente che metaforicamente, ha tenuto insieme due comunità strettamente interconnesse l’una all’altra; deve tornare a fare quello che ha sempre fatto che poi è esattamente il motivo per il quale i politici degli anni ‘70 lo avevano ideato e progettato».
Il primo step è stato la firma della convenzione, nel marzo scorso, tra Anas e Provincia di Isernia; ieri mattina il secondo step fondamentale, la consegna dell’appalto alla ditta esecutrice. Realisticamente nelle prossime due o tre settimane avranno inizio materialmente i lavori, come confermato dallo stesso responsabile della ditta romana “Valori Scarl”, l’ingegnere Francesco Lenoci. «Sappiamo benissimo che per mettere in sicurezza l’intera struttura ci vorranno altri milioni di euro, – ammette il presidente Saia – ed è proprio per questo che tutte le istituzioni e le parti politiche stanno facendo pressing nelle sedi opportune affinché la Istonia torni ad essere una strada statale. A quel punto non sarà più così complicato trovare risorse e fondi per la messa in sicurezza o anche per la successiva manutenzione. La pratica è già all’attenzione del Consiglio superiore dei lavori pubblici e siccome c’è la volontà politica unanime di procedere in tal senso, credo che non ci potranno essere intoppi alla ristatalizzazione della Istonia.
D’altro canto era nata come strada statale e collega ancora oggi due regioni, quindi non ci saranno problemi di sorta». Ad ulteriore conferma di quanto asserito dal presidente Saia, l’assessore regionale Marone aggiunge: «Ho attivato personalmente, con la Direzione generale strade del Ministero delle Infrastrutture la procedura di rientro della Istonia, cioè della ristatalizzazione di questa arteria. La procedura medesima si trova ora all’attenzione del Consiglio superiore dei lavori pubblici, per l’esame finale dopo l’istruttoria favorevole del Mit. Tornando ad essere statale sarà poi di totale competenza dell’Anas e quindi i fondi per la manutenzione e messa in sicurezza ci saranno automaticamente». «Speriamo che sia la volta buona, – ha commentato la sindaca Silvana Di Palma, incamminandosi lungo il viadotto per tornare in Abruzzo – perché davvero non se ne può più».

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