Sant’Antonio Abate fa il miracolo: dopo duemilatrecentotredici giorni dalla chiusura al traffico, partono i lavori sul viadotto Sente-Longo, l’imponente arteria viaria che collega, o meglio collegava, l’Alto Vastese con l’Alto Molise. Nella mattinata di ieri, senza alcun preavviso alla stampa, i vertici della Provincia di Isernia, alcuni ingegneri e tecnici dell’Anas, guidati dall’ingegner Luigi Nardolillo, insieme al personale della ditta di Castiglione Messer Marino che dovrà realizzare parte dei lavori, si sono dati appuntamento all’imbocco del viadotto, sul lato abruzzese dello stesso, per inaugurare, per l’ennesima volta, la messa in sicurezza del ponte.
Questa volta, però, a differenza dei tre o quattro annunci precedenti, i lavori sono partiti davvero, con gli operai della “DI DM Group”, ditta abruzzese guidata da Antonio Di Domenica, che stavano già operando e preparando il cantiere ai piedi dell’impalcato.
«In molti non ci credevano, ma finalmente il giorno è arrivato – ha esordito il presidente della Provincia, Daniele Saia, giunto sul posto con l’auto di servizio della Polizia provinciale che ha violato l’ordinanza di divieto di transito percorrendo tutta la lunghezza del viadotto dal lato di Belmonte del Sannio a quello di Castiglione Messer Marino –. Sono ufficialmente iniziati i lavori di manutenzione straordinaria del viadotto Sente-Longo al confine tra Molise e Abruzzo. Sul ponte sono già operativi i mezzi della DI DM Group, ditta incaricata dell’intervento in subappalto da Valori S.C.A.R.L. – ha spiegato Saia, infreddolito, ma tutto sommato finalmente contento perché si intravede qualcosa di concreto dopo anni di chiacchiere e propaganda leghista –. La prima parte dei lavori riguarderà il consolidamento della pila “sette”, una fase importante per garantire la stabilità dell’infrastruttura. Successivamente, si proseguirà con le altre pile».
La prima tranche di finanziamento, i famosi 9 milioni di euro già stanziati e disponibili, in realtà al netto delle spese si riducono a poco più di 5 milioni di euro, che saranno impiegati per stabilizzare la famigerata pila “sette”, quella che ha subito nel tempo una roto-traslazione per via di una falda acquifera che sta proprio alla base delle fondazioni.
I lavori partono, dunque, ma non saranno assolutamente sufficienti per completare gli interventi di messa in sicurezza, perché bisognerà intervenire sul resto delle pile e poi sull’impalcato, che presenta degli evidenti segni di ammaloramento.
Il manipolo di politici e tecnici si è anche portato in prossimità del punto in cui l’impalcato ha subito il maggiore movimento, reso evidente da una innaturale dilatazione dei giunti tecnici di raccordo, dove si è aperto un varco di quasi 20 centimetri.
«L’ente provinciale seguirà con attenzione i lavori, la riapertura del viadotto è di vitale importanza per le nostre comunità – ha proseguito il presidente Saia – Ricordo, inoltre, che è in fase di definizione il decreto del presidente del Consiglio dei ministri per la ristatalizzazione dell’Istonia, un passaggio fondamentale affinché il tratto stradale venga tenuto in sicurezza».
Se e quando l’Istonia, nella sua interezza, tornerà nella gestione dell’Anas, solo allora la partecipata statale potrà avere tutte le risorse necessarie agli interventi di manutenzione anche ordinaria.
Una cosa è chiara, sin dall’inizio in realtà, e cioè che al momento mancano all’appello altri 7 milioni di euro, ad essere ottimisti, per il completamento dei lavori di messa in sicurezza dell’intera struttura, senza i quali, lo hanno ribadito più volte i tecnici e i vertici dell’Anas, non sarà possibile riaprire al traffico la struttura viaria. E proprio in merito al reperimento di questi necessari ulteriori fondi il presidente Saia, rispondendo alle domande dell’unico cronista presente sul posto, ha dichiarato: «Dove trovare questi fondi lo vedremo, anche perché il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha approvato il passaggio della vecchia Istonia all’Anas. Nel momento in cui ci sarà il Dpcm che ufficializzerà questo passaggio, credo che a quel punto Anas sarà in condizione di poter fare tutti gli interventi necessari, sia di manutenzione ordinaria che straordinaria. È chiaro – ha proseguito Saia – che le nostre interlocuzioni con Anas continueranno affinché si possano individuare le risorse finalizzate alla riapertura dell’opera. Se ci sarà necessità di agire sulle forze politiche affinché vengano stanziate ulteriori risorse noi ovviamente lo faremo».
Il nodo cruciale resta dunque il passaggio dell’intera strada sulla quale insiste il viadotto “Longo” nella disponibilità e nella gestione dell’Anas, come era chiaro sin dalle prime fasi di questa sorta di battaglia politica e istituzionale che va avanti ormai da oltre sei anni. Intanto i lavori sono iniziati, il cantiere da ieri è aperto e questa è sicuramente una buona notizia per tutto il territorio a cavallo tra Abruzzo e Molise.

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