Tagli, solo ed eternamente tagli. Come se non bastasse ciò che sta accadendo all’ospedale ‘San Francesco Caracciolo’ di Agnone, la paventata soppressione del reparto di Chirurgia della struttura sanitaria di Castel di Sangro ha suscitato la reazione del sindaco di Capracotta Candido Paglione.
«La notizia di un ulteriore ridimensionamento dell’ospedale sangrino, sul quale si appoggia la comunità capracottese oltre ad avere Agnone come riferimento naturale, rappresenta un grave segnale nei confronti delle popolazioni di un vasto territorio al confine tra le regioni di Abruzzo e Molise – dichiara il primo cittadino -. Per i cittadini dell’Alto Sangro, infatti, non è più garantita la esigibilità di uno dei diritti fondamentali scritti nella nostra Carta Costituzionale, ovvero il diritto alla salute. La politica dei tagli e della logica ragionieristica, basata solo sui numeri – prosegue Paglione in una intervista rilasciata a teleaesse.it – unita alla folle idea dell’autonomia differenziata per favorire alcune regioni del Nord, già naturalmente avvantaggiate, rischia di dividere l’Italia e di mettere in discussione lo stesso principio di unità nazionale. Occorre, invece, da subito, una chiara presa di posizione che ribadisca con forza il principio del federalismo solidale, se si vuole mantenere un clima di coesione sociale del Paese. Il tema del diritto alla salute nei territori montani – sottolinea l’ex assessore regionale – è dirimente rispetto a tutte le politiche di sviluppo in atto. È necessario, pertanto, che venga ribadita con forza la progettualità degli ospedali di area disagiata, anche prevedendo appositi accorsi di confine tra le regioni Abruzzo e Molise, proprio per salvaguardare presidi ospedalieri importanti come quelli di Castel di Sangro e Agnone. Questi due ospedali svolgono una funzione fondamentale per garantire il diritto alla salute in territori difficili sotto il profilo orogeografico. La politica – avverte ancora Paglione – deve farsi carico di questa esigenza, riconoscendo alle popolazioni ancora rimaste sulle nostre montagne anche quel ruolo, insostituibile, di guardiani del territorio. Se così è, allora bisogna essere consequenziali e, quindi, garantire a queste popolazioni, alla pari di quelle che vivono in arre più ricche, la piena esigibilità del diritto alla salute e alle cure» conclude il sindaco di Capracotta.