Rappresenta il settore trainante dell’economia locale. Crea reddito e occupazione, al tempo stesso promuove il territorio e ne esalta le peculiarità ambientali. Se oggi l’Altissimo Molise è conosciuto su scala nazionale e internazionale, il merito va alla bontà di caciocavalli, pasta filata, formaggi e i tanti derivati dalla produzione del latte locale. Parliamo di circa diecimila tonnellate all’anno prodotto da 96 aziende (dati 2014) che lo conferiscono ai caseifici della zona. In più altre sette ditte trasformano in proprio circa 1000 tonnellate di latte e lo commercializzano secondo il sistema: dal produttore al consumatore.
Il latte lavorato dai dodici caseifici del distretto Agnone-Capracotta-Vastogirardi-Carovilli è prodotto da una popolazione bovina di oltre 2000 capi su un totale di circa 3000. C’è da dire che in passato le mucche che “affollavano” le stalle erano molte di più. Secondo le stime della Camera di Commercio di Isernia (III trimestre 2014), la forza lavoro dei caseifici del polo altomolisano è di circa 100 addetti. Un numero al quale bisogna sommare altri 300 lavoratori dell’indotto che si occupano della produzione del latte. Si tratta di una realtà importante che crea Pil e fatturati a nove zeri.
L’oro bianco dell’Alto Molise sbanca concorsi nazionali e internazionali, rifornisce il Vaticano, arriva sulle tavole degli italiani che ne apprezzano la bontà. Si tratta di prodotti con certificazioni internazionali (che grazie all’intuizione e alla capacità di imprenditori lungimiranti, ormai sono presenti negli autogrill del Paese e vengono esportati anche all’estero e oltreoceano. Non è una novità che i formaggi made in Molise stanno provando a conquistare il mercato del Sol Levante. Dunque, caseifici sinonimo di motore propulsore di una economia ormai stagnante e prima fabbrica in un contesto dove la parola lavoro è divenuta una chimera. Malgrado gli investimenti, i tanti progetti, i sacrifici, i buoni propositi, nonostante la pioggia di apprezzamenti per il lavoro svolto quotidianamente, molte sono le crepe che mettono a rischio il futuro di queste aziende, capaci con il loro brand di scrivere la storia del territorio. Si va da una tassazione sul costo del lavoro spropositata, agli innumerevoli aumenti dei balzelli comunali, passando per l’acquisto della materia prima. Un litro di latte è pagato alle aziende 45-47 centesimi di euro (dati gennaio 2015, ndr). Nulla a che vedere con i 32-35 centesimi versati in regioni del nord-Italia, dove la produzione è nettamente superiore. Ed ancora da non sottovalutare il costo per lo smaltimento del siero. Tuttavia a fare ancora la differenza è la qualità di un prodotto genuino che in Alto Molise ha radici secolari. Infatti, risale all’anno 1662 la prima produzione di formaggi grazie alla famiglia Di Nucci di Capracotta, poi trasferitasi ad Agnone. Un’arte, quella dei casari, tramandata di generazione in generazione, che in un’area fortemente depressa crea occupazione, reddito e contestualmente salvaguarda l’ambiente.
Ecco i caseifici strutturati del territorio
AGNONE
Caseificio Antenucci Mario
Caseificio Di Menna Pietrino
Caseificio Di Nucci Antonio e Franco
Caseificio Di Pasquo Srl
Caseificio Di Menna Alberto
Caseificio Di Pietro Gianluca
CAPRACOTTA
Caseificio ‘La Masseria’
Caseificio Fratelli Pallotta
CAROVILLI
Caseificio ‘Stella d’Oro’
Caseificio ‘Il pastore Serafino’
VASTOGIRARDI
Caseificio Antenucci Giancarlo
Caseificio Fonte Luna