Neppure ufficializzata che già divampano le polemiche. Si tratta dell’ordinanza a firma delle Province di Isernia e Chieti prevista per la settimana prossima quando di fatto riapriranno al transito degli autobus l’ex Istonia 86 nel tratto Castiglione Messer Marino – Secolare (Agnone). Fin qui tutto bene se non fosse che l’eliminazione del divieto per i mezzi superiori a 5,6 tonnellate durerà poco tempo, bensì fino al 30 di novembre. Ebbene sì, perché da quella data l’arteria sarà nuovamente interdetta ai mezzi pesanti tra cui gli autobus che trasportano gli studenti dell’Alto Vastese ad Agnone. La presa di posizione è dettata dai pericoli che un autobus potrebbe incorrere durante la stagione invernale su una strada non sicura al 100% in considerazione di alcuni restringimenti della carreggiata che sommati ad avvallamenti e frane nonché a neve, ghiaccio e bufere, fenomeni con i quali ci si imbatte notoriamente sull’ex statale, hanno portato i dirigenti delle due Province ad optare per un provvedimento provvisorio. Il divieto sarà poi rimosso nuovamente a partire da marzo con l’avvento della bella stagione. Le informazioni anticipate da PrimopianoMolise vengono confermate da tecnici di Palazzo Berta. Dunque per circa due mesi gli studenti dei vari centri del Chietino che frequentano i tre istituti superiori di Agnone (Alberghiero, Itis e liceo Scientifico) potranno transitare sulla vecchia Istonia con tempi decisamente minori, dopodiché, a partire dal 1 dicembre, torneranno a fare i conti con l’odissea del viaggio affrontato sino ad ora. Un percorso di oltre un’ora con “scalate” fino a 1200 metri (Schiavi di Abruzzo), ripide discese con un notevole dislivello (fondovalle Trignina) e di nuovo un tratto di strada (fondovalle Verrino) che porta nella cittadina delle campane. Tuttavia per evitare che ciò accada una soluzione ci sarebbe. Ovvero quello che la Regione Abruzzo stipuli un accordo con una società di autolinee la quale garantirebbe l’attivazione di un minibus, mezzo che non supera le 5,6 tonnellate imposte dal divieto. A questo punto la palla passa al mondo della politica e delle amministrazioni locali che inevitabilmente dovranno farsi portavoce dei disagi che decine di studenti affrontano quotidianamente per avere garantito il diritto all’istruzione che in questi territori diventa sembra più come vincere al superenalotto.