È il comune del Molise più vicino al cielo, dove si toccano le nuvole. Lì, 55 anni fa, Valerio Giacomini diede vita e forma all’orto botanico, un luogo dove il passato si è fatto presente. È diventato conservazione, tutela, amore, dedizione, luogo di pace e di benessere, una perla incastonata nella forte e resiliente Capracotta, la ‘nostra’ regina delle nevi. Una delle massime personalità scientifiche, italiane ed europee, il professor Giacomini. Una storia pesante sulle spalle: quando era già cattedratico nell’ateneo di Pavia, dopo una laurea in Botanica, dovette arruolarsi. Fu catturato e internato in un campo di concentramento in Polonia. Condannato a morte per inedia, tirato fuori dal suo destino per i capelli perché salvato dagli Alleati. Ma la vita restituisce vita, la preserva, ne fa testimonianza di un habitat che, alla luce di quanto accade oggi nel mondo, è un unicum. Da lì in poi, in una lunga carriera, parchi e riserve aperte in tutta Italia – dallo Stelvio all’Etna – passando per Capracotta dove nel 1963 prese forma la sua idea di Giardino della Flora appenninica. A 1.550 metri sul livello del mare, con una estensione di undici ettari, conserva e tutela le specie vegetali della flora montana e alto montana autoctona dell’Appennino centro meridionale. Habitat naturali e zone tematiche, gestite a fini didattici e conservazionistici. Un modo per avvicinarsi al mondo della piante, attraverso sentieri accessibili a tutti, senza difficoltà o distinzioni. Angoli dedicati, come il Percorso dei sensi o l’Angolo delle farfalle, lo Stagno, la Roccaglia, le Piante Officinali, i Frutti di Bosco. Esperienze sensoriali che il 12mila hanno voluto fare nel corso del 2018. Numeri importanti, destinati ad aumentare visti i primi risultati – annunciati proprio ieri dall’assessore Cotugno nel corso della conferenza stampa di presentazione degli eventi collegati alla ricorrenza – della stagione di eventi e appuntamenti inaugurata nel 2019 con ‘Turismo è Cultura’, il bando della Regione Molise che sarà presto ‘rinnovato’ per consentire la prosecuzione della programmazione che ha coinvolto l’intero territorio molisano. Per festeggiare i 55 anni di questa rarità, visto che sono pochissimi gli orti botanici ad altezze considerevoli, la Regione Molise, il Comune di Capracotta, il Consorzio che gestisce il Giardino, l’Università degli Studi del Molise nella sua declinazione museale, il Gal Alto Molise e la Riserva Mab, hanno messo in piedi tre iniziative di spessore, che qualificano ancor di più l’offerta turistica, questa volta destagionalizzata. Perché, ed è questo un altro richiamo dell’assessore al Turismo e alla Cultura, il filo conduttore di questo ‘rinascimento’ non deve spezzarsi e restare confinato ai momenti di maggiore afflusso turistico. In Molise, turismo è cultura per 12 mesi l’anno. Tre eventi faranno da cornice al 55esimo compleanno del Giardino della Flora Appenninica. Il primo, di carattere scientifico, che vedrà la partecipazione di ricercatori provenienti da tutta Italia. Poi, la prima edizione di un laboratorio di fotografia applicata al paesaggio del Molise con la presenza, fra ottobre e novembre, di fotografi paesaggisti che si trasferiranno proprio a Capracotta, per vivere la quotidianità che poi sarà fissata dall’obiettivo e che si trasformerà in una mostra che sarà allestita presso la Galleria Marotta del Museo Aratro, all’interno del polo museale dell’Unimol. E poi le sette note, che vibreranno all’interno degli spazi verdi del Giardino, con quattro concerti di talenti molisani. Un traguardo, in linea con una attuale concezione di tutela e rispetto dell’ambiente, al quale lavora con dedizione e passione il Consorzio che si occupa della gestione dell’orto botanico, rappresentato ieri dal presidente Maurizio De Renzis e dalla curatrice Carmen Giancola. Un obiettivo raggiunto per il sindaco Candido Paglione che ha ricordato i suoi primi passi nella politica e il suo sogno di allora, riaprire quel giardino lasciato per qualche anno nell’incuria. Un grosso aiuto arrivò da Giovanni Cannata, magnifico rettore dell’Unimol e oggi, per uno strano caso del destino, presidente del Parco nazionale dell’Abruzzo, Lazio e Molise. Nel mosaico di tessere, per dare concretezza alla forza delle sinergie e del lavoro di squadra, la Regione Molise che ha investito risorse e l’Università del Molise sempre presente, con il suo polo museale che ospiterà anche gli scatti di Capracotta, il comune dove si tocca il cielo.